
Dalla sua magnifica location fiorentina, il nome di Rivoire riecheggia in tutto il mondo
Dal 1872 la tradizione cioccolatiera di Rivoire incanta Piazza della Signoria a Firenze. A parlarne il titolare dell’azienda, Carmine Rotondaro.
Proprio nel 1872, Enrico Rivoire, cioccolataio della famiglia Reale dei Savoia, decide di portare nella città toscana di Firenze tutta la nobiltà e la qualità delle abitudini piemontesi in fatto di cioccolato. Con la sua esperienza e la sua immensa abilità tecnica, fonda così di fronte a Palazzo Vecchio un caffè e una fabbrica di cioccolato. Negli anni Rivoire si è affermato come vero e proprio salotto buono della città e dalla sua posizione privilegiata ha attraversato la storia di Firenze e di tutta Italia.
Ad oggi, Rivoire accoglie decine e decine di visitatori da tutto il mondo e, sebbene quello di Firenze sia l’unico punto vendita, il suo nome è conosciutissimo all’estero per la sua qualità e delizia. L’export costituisce, infatti, per l’azienda il 60% circa del fatturato. L’azienda propone una gamma vastissima di prodotti: il cioccolato è trattato in ogni sua forma, aroma, consistenza. Tavolette, cioccolatini, praline ma non solo, tra le proposte di Rivoire anche una splendida crema spalmabile artigianale.
Rivoire non è conosciuto solo per il suo cioccolato ma anche per essere una luoghi d’origine del cocktail Negroni. Il caffè, infatti, era uno dei più frequentati all’inizio del secolo scorso dal Conte Negroni, dai cui tutt’oggi prende il nome uno dei drink più conosciuti al mondo. Proprio in questo luogo storico il Conte, molto esigente, dava indicazioni ai barman perché preparassero il suo cocktail preferito.
Tra i punti di forza di Rivoire c’è proprio la tradizione, che racchiude in sé l’artigianalità e la qualità, ma anche la cura con cui viene realizzato ogni prodotto, da persone per persone. E la location, che attira visitatori da tutto il mondo, fa il resto. E tra gli obiettivi futuri dell’azienda, c’è proprio quello di espandere la rete dei punti vendita: la volontà di portare quegli elementi che così fortemente caratterizzano il caffè di Firenze in altri luoghi altrettanto affascinanti.
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