
Sono saltate decine di migliaia di prenotazioni. Finora quasi 1,1 milioni di persone hanno ricevuto la prima iniezione ma per fortuna il richiamo è a tre mesi. C’è ancora tempo
Rallenta il piano vaccinale con la sospensione temporanea dell’uso del vaccino di Astrazeneca decisa ieri dall’Aifa (leggi qui). L’Esecutivo europeo ha firmato con l’azienda svedese un contratto che prevede la fornitura ai Paesi Ue di 400 milioni di dosi. Nel nostro Paese, su 2.196.000 dosi consegnate in Italia, ne sono state somministrate 1.093.800 milioni, in base ai dati pubblicati dal Governo, ovvero il 49,8% di quelle arrivate nel nostro Paese.
E ora, in attesa del pronunciamento definitivo giovedì dell’Agenzia europea del farmaco sul vaccino anglo-svedese, si fanno stime sul possibile impatto di questo stop momentaneo. Intanto decine di migliaia di prenotazioni per la somministrazione di AstraZeneca sono saltate, ben 7 mila al giorno nel solo Lazio, oltre un terzo del totale giornaliero.
Senza contare l’effetto psicosi che le notizie di questi giorni, tra decessi sospetti e intervento cautelativo dei principali Paesi europei, potrebbe ingenerare nella popolazione anche in caso di ripresa dell’uso. Già molte persone sono restie a vaccinarsi e la bufera che si è scatenata non aiuta affatto, anche se molti esperti cercano di tranquillizzare gli animi ribadendo l’efficacia di questo vaccino.
C’è poi il problema legato alla seconda dose che moltissimi italiani dovranno ricevere a breve. Ma per questo c’è ancora tempo: il richiamo in questo caso è molto più distanziato degli altri farmaci anti-Covid, a tre mesi. Il problema della seconda dose non si pone quindi immediatamente dato che l’uso del vaccino realizzato anche a Pomezia (Roma) è iniziato l’11 febbraio scorso e quindi la seconda dose dovrà essere iniettata a maggio. «Confidiamo che riceveranno il richiamo nei tempi previsti», ha dichiarato Gianni Rezza dell’Istituto superiore di sanità.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA / FABIO FRUSTACI
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