
La decisione è da ricondursi alle pressioni da parte di alcuni fondi attivisti, in particolari Artisan Partners. Il CdA ha nominato un tandem ad interim
Cambio alla guida di Danone. Il Consiglio di Amministrazione del gruppo ha infatti “posto fine alle funzioni” del presidente e ormai ex amministratore delegato, Emmanuel Faber, “con effetto immediato“. Secondo le prime indiscrezioni, la decisione, annunciata con un comunicato direttamente sul sito della società francese, è giunta dopo mesi di pressioni da parte di alcuni fondi attivisti, i quali avevano ampiamente contestato le pratiche e la strategia di Faber.
Faber ricopriva il ruolo di amministratore delegato dal 2014 e di presidente esecutivo dal 2017. La notizia era già nell’aria dall’inizio di marzo quando, dopo mesi di contestazioni rese ancora più insistenti dopo la chiusura di un tutt’altro che brillante 2020, con un fatturato in calo a 23,622 miliardi (-1,5% vs il 2019), il CdA del gruppo aveva votato il principio della separazione delle due cariche, in maniera tale che l’amministratore delegato uscente potesse conservare soltanto la presidenza del consiglio.
Faber, tuttavia, ha continuato a svolgere la funzione di manager ad interim, ma appena due giorni dopo, il fondo di Artisan Parters, terzo azionista con circa il 3% del capitale, schierato apertamente contro l’ad, aveva invitato in maniera abbastanza plateale il consiglio di amministrazione a rivedere la propria posizione, sostenendo che sotto la sua guida l’azienda avesse fatto passi indietro.
In attesa di trovare un nuovo ceo, il consiglio di amministrazione ha nominato un tandem ad interim, composto dalla direttrice generale, Veronique Penchienati-Bosetta, e da un vice-dg, Shane Grant. Alla presidenza è stato nominato, invece, Gilles Schnepp, ex-patron del produttore di materiale elettrico francese Legrand.
di: Maria Lucia PANUCCI
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