
A penalizzare il comparto c’è il tracollo dei viaggi di lavoro. Ottimista il ceo di Ryanair: “In estate si riprenderà a viaggiare”
Il settore aereo non tornerà ai livelli pre-pandemici fino al 2024. A dirlo sono gli analisti di Moody’s secondo cui la crescita delle soluzione tecnologiche come le video-call hanno offerto un’alternativa rapida ed economica al tradizionale viaggio di lavoro, rimpiazzando una quota tra il 10% e il 30% dei classici incontri in presenza.
Secondo l’agenzia di rating, i ricavi per chilometri percorsi dai passeggeri rimarranno un 5-10% al di sotto dei livelli registrati nel 2019 fino al 2023, con i viaggi di piacere che non riusciranno a compensare il drastico calo di quelli lavorativi.
Nelle loro stime, gli analisti prevedono che il 12% delle persone viaggi per affari, ma questo impatta soprattutto quelle compagnia delle economie avanzate che hanno una quota elevatissima di passeggeri motivati da esigenze di business. Gli operatori si dovranno dunque adoperare per sostenere la redditività, considerando anche che nei voli interni la ripresa dei viaggi di lavoro sarà più rapida: per questo, a essere favoriti saranno i vettori di grandi Paesi come Usa, Brasile, Australia, Russia e Cina.
Molto più ottimistiche le stime del ceo di Ryanair, Michael O’Leary, secondo cui in estate si riprenderà a viaggiare, almeno nel Regno Unito. «Siamo ragionevolmente fiduciosi che ci saranno viaggi di vacanza senza restrizioni per le famiglie britanniche che si recheranno nelle località balneari europee», ha dichiarato sottolineando che la compagnia low cost irlandese, la più grande d’Europa, sta aggiungendo 26 nuove rotte dal Regno Unito verso destinazioni in Grecia, Portogallo e Spagna. «Dovremmo essere ragionevolmente fiduciosi e ottimisti – ha aggiunto. – Penso che ci sia una prospettiva ragionevole, superiore al 50%, che le famiglie del Regno Unito andranno normalmente in vacanza a giugno, luglio e agosto in Spagna, Grecia e Portogallo».
di: Maria Lucia PANUCCI
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