
Non ha adeguato i pedaggi nei tratti con disservizi e code. Soddisfatta l’Unione nazionale consumatori: “la tariffa va adeguato in base ai casi”
Cinque milioni di euro. A tanto ammonta la sanzione che l’Antitrust ha comminato ad Autostrade per l’Italia S.p.A. per pratica commerciale scorretta. In particolare secondo l’Authority la società concessionaria della gestione e della manutenzione di oltre 3.000 km di rete autostradale in Italia “non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti in cui si registrano critiche e persistenti condizioni di fruibilità del servizio autostradale con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza“.
In sostanza l’Antitrust ha appurato una consistente riduzione delle corsie di marcia e/o varie limitazioni per lunghi tratti e ciò ha comportato un notevole disagio ai consumatori intrappolati spesso in interminabili code, allungando quindi i tempi di percorrenza sul tratto autostradale senza che fosse previsto però un adeguamento o una riduzione dell’importo richiesto a titolo di pedaggio.
I tratti incriminati sono l’ autostrade A/16 Napoli-Canosa, A/14 Bologna-Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.
L’AGCM ha poi rilevato che sono risultate inadeguate le modalità informative sulle eventuali procedure di rimborso.
Un’ottima notizia. Così definisce la multa Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sottolineando che “finalmente si stabilisce il principio che chi viaggia in autostrada, dato che paga un pedaggio, ha diritto di poter andare e non certo di restare in coda per ore“. «Se l’automobilista resta imbottigliato – spiega – ha diritto non solo alla restituzione dell’intero importo pagato, ma, nei casi più gravi, laddove non fosse stato informato dei possibili rallentamenti, anche a un indennizzo. Se invece è costretto per mesi a viaggiare ad 80 km/h per lavori in corso, il pedaggio va adeguato in modo corrispondente».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/BENVENUTI
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