Ai domiciliari sono finiti la dirigente della Regione Sicilia, Maria Letizia Di Liberti, e due suoi collaboratori, Salvatore Cusimano ed Emilio Madonia. Le accuse sono: falso materiale e ideologico. E’ indagato l’assessore alla Salute Ruggero Razza che si è dimesso
Avrebbero alterato i dati sull’epidemia, modificando il numero di tamponi diretti all’Iss. Il tutto con l’obiettivo di non far scattare la zona rossa.
Con questa accusa i carabinieri di Palermo e di Trapani hanno posto agli arresti domiciliari la dirigente della Regione Sicilia, Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione, Salvatore Cusimano, e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato, Emilio Madonia.
Gli arresti sono il risultato di un’indagine condotta dalla procura di Trapani. Le accuse sono: falso materiale e ideologico.
L’inchiesta è scattata lo scorso anno, quando, dopo una segnalazione, i carabinieri hanno rilevato che in un laboratorio di Alcamo centinaia di tamponi erano stati falsificati. La magistratura ha quindi deciso di andare a fondo della questione e diverse intercettazioni confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’Istituto superiore di sanità.
Per i medesimi reati è indagato anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza che ha appena comunicato di essersi dimesso.
Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri 7 indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine sono state acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.
Il gip di Trapani parla di “disegno politico scellerato“. Positivi e decessi “spalmati” nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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