
In vista dell’arrivo della bella stagione c’è chi comincia a prenotare case vacanze e strutture alberghiere, ma non tutte le Regioni d’Italia sono particolarmente fiduciose
Parte il conto alla rovescia in vista dell’estate. Proprio qualche giorno fa il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha annunciato che la stagione ripartirà in zona gialla e con essa anche il turismo nostrano (ne abbiamo parlato qui). Nel frattempo le strutture turistiche cominciano a registrare i primi sold-out.
Secondo quanto dichiarato da Garavaglia, ad Olbia per l’inaugurazione del centro per test sul Covid all’aeroporto Costa Smeralda, l’intenzione dei leader del Turismo europei è quella di creare un lasciapassare per consentire gli spostamenti. Si potrà viaggiare se si è stati vaccinati, se si è avuto il Covid e si è guariti o se ci si è sottoposti ad un tampone con esito negativo.
Nel frattempo si prospetta un’estate da tutto esaurito per le località turistiche dell’Emilia Romagna. «Non appena ci saranno le condizioni le nostre città e località si riempiranno di turisti» – ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. – Lo dico perché ho degli elementi e dei numeri. In luglio e agosto ci sarà il tutto esaurito sia sulla Riviera che sull’Appennino, soprattutto di turisti italiani».
Stessa situazione si apre all’orizzonte per la Toscana, in particolar modo in Versilia, una delle capitali italiane del turismo balneare italiano e punto di riferimento della Regione. A giustificare il sentimento ottimistico è la speranza di una campagna vaccinale veloce e le prenotazioni che stanno cominciando ad arrivare già da alcune settimane. Prenotazioni che stanno interessando soprattutto il settore degli affitti di case vacanze e appartamenti. Ad avvantaggiare queste strutture è la possibilità, per i vacanzieri, di trascorrere le ferie estive in una struttura che possa escludere promiscuità, e dunque garantire maggiore libertà. Si muove invece con maggior lentezza l’industria alberghiera, ma le premesse fanno ben sperare.
Buona la situazione anche in Liguria. «Le prenotazioni stagionali interessano soprattutto i classici italiani. Come stranieri, invece, abbiamo già riscontro a partire da maggio per molti svizzeri e, poi, tedeschi. Sulla Svizzera il dato è curioso, perché sono stati i primi a chiudersi e ora vogliono muoversi prima che vi sia la certezza delle zone libere» – ha spiegato Gianmarco Oneglio, presidente FIBA (Federazione Italiana Imprese Balneari) Confesercenti Liguria. Oneglio sottolinea tuttavia il forte clima di incertezza che riguarda il settore balneare: «ormai le nostre prenotazioni sono tutte ‘salvo covid’, quindi si può disdire anche all’ultimo. Stiamo continuando a fare opere di manutenzione ordinaria, ripascimenti e pulizie generali delle spiagge, sperando di essere operativi prima di maggio».
Per quanto riguarda le Marche, gli imprenditori del settore guardano a giugno per la ripartenza, sostenuti da una ripresa delle prenotazioni che non era attesa così in anticipo e dalla riprogrammazione dei voli su alcune rotte chiave. «Siamo moderatamente ottimisti per una ripresa in estate» – ha spiegato Dania Battistelli di Masterkey Travel di Civitanova Marche. L’attenzione è soprattutto rivolta verso i turisti stranieri che potrebbero rappresentare una buona fonte di reddito. Gli operatori del settore hanno accolto positivamente l’annuncio di Ryanair di una nuova rotta Ancona-Niederein, che potrebbe raccogliere ospiti da Olanda e Germania, e della conferma dell’operatività su Londra e Bruxelles.
Nel Lazio i prezzi delle case vacanze nelle località più frequentate del litorale laziale crescono di oltre il 40%. Agenzie di affitti e associazioni alberghiere e dei balneari fanno sapere che buona parte delle prenotazioni che interessano il litorale provengono dall’Italia. Tra le località balneari più ricercate quelle del basso Lazio: San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga e Sabaudia. Situazione più complicata, invece, a Roma. «Per Pasqua molti alberghi stanno chiudendo per assenza di prenotazioni e turisti» – ha commentato Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. – «In città negli hotel c’è qualche prenotazione sporadica di americani ed inglesi ma da settembre in poi, inoltre con il fatto che ora tutte sono cancellabili senza problemi bisogna vedere quante ne verranno confermate».
Nessuna previsione sull’andamento della stagione turistica 2021 per quanto riguarda l’Abruzzo. Gli operatori del settore sperano però in una buona e stabile ripresa. «Le insicurezze del ritmo del programma vaccinale» – ha affermato Giammarco Giovannelli, presidente Federalberghi Abruzzo – «rendono anche le richieste relative alle prenotazioni molto poco convinte a confermare, in quanto manca l’elemento certo e probabilmente anche quello relativo a questo aspetto non indifferente. La destinazione Abruzzo è una destinazione che piace e riscuote l’attenzione della domanda italiana e anche internazionale. Speriamo di essere messi in condizione di poter affrontare almeno una buona parte dell’estate. Siamo coscienti però che, purtroppo, in questa regione per la seconda annualità abbiamo perso tutto il fatturato relativo alle vacanze pasquali, ai ponti festivi successivi e anche alla stagione invernale tradizionale legata allo sci».
Situazione negativa, almeno all’apparenza, per la Campania. «Io sono un ottimista, ma la situazione è talmente confusa che le previsioni al momento possono essere solo quelle di un disastro» – ha commentato Costanzo Iaccarino, vice presidente di Federalberghi nazionale e presidente dell’associazione di settore regionale. – «Fino a quando non si capirà che in Italia, e soprattutto in regioni come la Campania, i numeri del turismo e del fatturato che genera sono talmente alti da richiedere grande pianificazione, non sarà possibile risollevarci. Ci sono prenotazioni dall’estero soprattutto di clienti abituali e innamorati dell’Italia ma sono numeri talmente bassi da non consentirci di avere proiezioni e di nutrire grandi speranze. La stagione turistica non è quella del dopoguerra: solo luglio, agosto e poi basta tutti a casa» – ha sottolineato.
La Sardegna ha davanti una stagione turistica incerta, con qualche timida prospettiva di prenotazioni fra luglio e agosto. Ma gli operatori del settore considerano ormai bruciati i mesi da aprile a giugno, prediletti in particolare dagli stranieri. «Le prime richieste compaiono dalla seconda metà di giugno – ha riferito all’AGI Stefano Visconti, presidente della Camera di commercio di Sassari. «Prima di allora non ci sono prenotazioni turistiche». «Il settore alberghiero o riparte programmando l’anno entro i prossimi 20 giorni, tentando una stagione migliore del 2020 o, altrimenti, sarà un disastro e molte aziende saranno costrette a sopravvivere a un’estate come quella dell’anno scorso» – ha incalzato Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna.
In Calabria gli albergatori non si sbilanciano in previsioni ma si dicono preoccupati delle possibili restrizioni. Si confida nel vaccino ma emerge il malumore rispetto alle ultime disposizioni che, consentendo i viaggi all’estero, priverebbero l’industria delle vacanze dell’apporto del turismo interno che potrebbe essere indotto a guardare oltre frontiera. «Le incognite, quest’anno» – ha dichiarato il presidente della Federalberghi regionale, Fabrizio D’Agostino – «sono legate, ad esempio, al numero di persone che saranno vaccinate entro giugno. Si parla di 10 milioni di persone in gran parte over 70, cioè una fascia di popolazione che si sposta poco. Un’altra variabile è legata alla possibilità per i non vaccinati di muoversi. Lo scorso anno il turismo interno ha aiutato molto. Quest’anno i voli charter prenotati sono in gran parte da confermare e questo è un altro elemento di incertezza».
Per quanto riguarda la Puglia, il punto debole per il turismo in ingresso rimane quello dei collegamenti aerei, troppo pochi a causa delle limitazioni imposte agli spostamenti che hanno costretto i vettori a ridurre in maniera drastica i voli. «La nostra regione vantava 18-19 milioni di presenze turistiche che oggi sono un miraggio» – dice Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia – «perché il mercato è condizionato dall’estrema incertezza dovuta al persistere della pandemia. C’è interesse verso Salento, Valle d’Itria e Gargano da parte di italiani, tedeschi, americani e inglesi, ma le prenotazioni che arrivano non ci danno certezze. La situazione, francamente, sembra peggiore rispetto a quella dello scorso anno, quando il nostro turismo è stato salvato dal mercato domestico».
Situazione totalmente bloccata, invece, in Sicilia. «Le decisioni del governo nazionale non favoriscono attualmente le prenotazioni in Italia. Confidiamo nel passaporto sanitario ma soprattutto sull’accelerazione dei vaccini» – ha dichiarato il presidente di Federalberghi Palermo Nicola Farruggio secondo il quale il quadro è ancora incerto.
Tra le località di montagna, invece, spicca il Trentino Alto Adige con sentimenti a metà strada tra la fiducia e l’incertezza. Le montagne e i laghi della regione più settentrionale d’Italia sono sempre molto richieste e la stagione, pandemia e restrizioni permettendo, dovrebbe iniziare attorno al 20 maggio, in concomitanza con il ponte di Pentecoste, festività fortemente rispettata in Provincia di Bolzano, Austria e Germania. Rispetto al 2019, le prenotazioni dal mercato tedesco registrano un calo di almeno il 60% e da quello italiano addirittura di oltre il 70%. «Prima di pensare alle prenotazioni e richieste, la domanda principale è: quando possiamo aprire?» – si chiede Matthias Wieser dell’agenzia di viaggio A Travel Factory di Varna nei pressi di Bressanone.
di: Alessia MALCAUS
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