
Si dimettono il capo dell’investment banking Brian Chin e la chief risk officer Lara Warner
Credit Suisse è ancora nella bufera. Già ieri il colosso bancario elvetico, duramente provato dai colpi del caso Archegos, secondo quanto riportato da Milano Finanza, stava pensando a un rimpasto nelle cariche del top management per rassicurare gli investitori dopo che nel solo mese di marzo la capitalizzazione dell’istituto è diminuita di oltre il 22%. Oggi è arrivata la conferma: la banca taglierà drasticamente i dividendi. «A seguito della questione che riguarda l’hedge fund con sede in Usa – si legge nel comunicato diramato dal colosso bancario svizzero – il CdA corregge la sua proposta su questo aspetto della sua agenda, proponendo di distribuire dividendi ordinari complessivi ridotti, pari a 0,10 franchi svizzeri su base lorda per ogni azione registrata, la metà rispetto agli utili trattenuti e la metà delle riserve di contributi di capitali».
Il conto delle perdite derivanti dai guai del fondo americano Archegos ammonta a 4,4 miliardi di franchi per Credit Suisse, poco meno di quattro miliardi di euro. La banca ha anticipato una perdita ante imposte di circa 900 milioni di franchi per il primo trimestre (circa 810 milioni di euro), in quanto la perdita derivante dal caso Archegos “annullerà la performance molto forte che sarebbe stata altrimenti ottenuta dall’ investment banking e dalle attività di gestione patrimoniale“, ha sottolineato l’istituto in una nota.
Ma le notizie non finiscono qui: si dimettono con effetto immediato il capo dell’investment banking Brian Chin e la chief risk officer Lara Warner. A Chin subentrerà il mese prossimo Christian Meissner, ex Bank of America entrato a far parte di Credit Suisse in ottobre, mentre Joachim Oechslin diventerà chief risk officer ad interim (ruolo che aveva già ricoperto) e Thomas Grotzer è stato nominato responsabile ad interim della compliance.
Credit Suisse ha pagato anche l’esposizione al fondo Greensill che all’inizio di marzo ha presentato un’istanza di insolvenza a un tribunale del Regno Unito per ricevere la protezione dalle richieste dei creditori, sulla scia di un “grave stress finanziario” , culminato nell’incapacità di rimborsare un prestito del valore di 140 milioni di dollari a Credit Suisse.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/ALESSANDRO DELLA BELLA
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