
“L’idea a lungo sostenuta che l’azienda dovrebbe rimanere indipendente non è più così strettamente necessaria”
Giorgio Armani apre per la prima volta la porta ad un potenziale partner commerciale, basta che sia italiano. Lo dice a chiare lettere intervistato da Vogue America, affermando di voler prendere in considerazione una joint venture con un’altra azienda, anche non legata al settore moda, ma con l’unica condizione che non sia appunto straniera.
Il re della moda ha spiegato di non voler seguire la strada di molti altri marchi italiani del lusso, tra cui Gucci, Fendi e Bulgari che sono stati acquistati dai giganti dell’industria LVMH e Kering SA, sostenendo che un acquirente francese non è mai stato nei suoi piani. Tuttavia, Armani ha anche sottolineato che l’idea a lungo sostenuta che l’azienda dovrebbe rimanere indipendente non è più “così strettamente necessaria“. «Si potrebbe pensare a un collegamento con un’importante azienda italiana», ha detto senza approfondire e sono già partite le prime ipotesi su chi potrebbe essere un suo potenziale partner. I primi ad essere tirati in ballo sono stati Remo Ruffini con Moncler e Renzo Rosso con Otb.
Lo stilista ha continuato spiegando di aver predisposto tutto, attraverso la fondazione creata nel 2016, affinché l’azienda passi nelle mani dei suoi nipoti, Silvana e Roberta Armani e Andrea Camerana, e del suo storico braccio destro, Leo Dell’Orco. Sembrerebbe che ancora loro siano d’accordo ad un accordo con altre aziende italiane. «Potrebbe essere fantastico, finalmente, avere un’importante joint venture del Made in Italy nell’industria della moda», ha detto la nipote Roberta anche se ha aggiunto di non avere alcuna idea sui piani dello zio.
Certo che forse una collaborazione sarà necessaria. L’anno del Covid ha segnato profondamente anche l’industria della moda e proprio il brand Armani, che nel 2019 ha registrato un fatturato di 2,15 miliardi di euro, considerato tra i marchi più solidi, non vede come rapido il ritorno alla normalità.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/FRANCK ROBICHON
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