
Focus sulle vendite al dettaglio in Italia e sui prezzi alla produzione negli Usa
Avvio poco mosso questa mattina per le Borse europee. Nei primi minuti di contrattazione il Dax di Francoforte lascia sul terreno un modesto 0,11% e il Cac40 di Parigi si muove sulla linea della parità.
Piazza Affari si muove invece in moderato rialzo con l’indice Ftse Mib che segna un progresso dello 0,2% a 24.620 punti, cercando di risollevarsi dal calo della vigilia. Tra i titoli del paniere principale si mette in evidenza Atlantia che avanza dell’1,4% sull’interesse confermato dalla spagnola Acs di Florentino Perez per una quota in Autostrade per l’Italia (Aspi), con l’obiettivo di creare un grande gruppo europeo (guarda qui). La seguono CNH INdustriale e Buzzi Unicem, rispettivamente con un +1,3% e un +1,2%. Bene anche Bper Banca che con un +1,3% tenta di reagire alla debolezza di ieri che ha riguardato l’intero comparto finanziario. Le altre banche si muovono in ordine sparso, con Unicredit e Intesa sulla parità e Banco Bpm e Banca Mediolanum ancora in calo (entrambe -0,8%). Sul fondo del listino scivola invece Inwit con un -0,9%. Debole anche Stmicroelectronics che cede lo 0,5%.
Il sentiment sui mercati statunitensi sta migliorando perché la percezione è che gli investitori abbiano esagerato con i timori di inflazione. A conforto di questa visione sono arrivate ieri sera le dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, secondo cui anche se ci sarà un aumento dei prezzi, la fiammata non sarà permanente. Parole che hanno spinto su nuovi record l’S&P in rialzo dello 0,42% a 4.097 punti. Bene anche il Nasdaq che è salito dell’1,03% a 13.829 punti e il Dow Jones a +0,17% (33.503). E per stamani i future a Wall Street viaggiano attorno alla parità: il Dow Jones fa -0,01%, l’S&P +0,01% e il Nasdaq -0,01%.
Discorso a parte merita l’Asia, colpita dalla scure degli Usa che hanno aggiunto sette società cinesi nella blacklist di aziende che mettono a rischio la sicurezza nazionale perché accusate di costruire super computer usati dalla Cina per azioni militari o per programmi di distruzione di massa. Di conseguenza è in rosso Shanghai (-0,99%) e Hong Kong (-1,08%), resiste invece Tokyo con il Nikkei in aumento dello 0,52%.
Nel valutario, l’euro/dollaro tratta in ribasso dello 0,16% a 1,189, il dollaro/yen è in aumento dello 0,13% a 109,38 e il cross tra sterlina e dollaro cede lo 0,182% a 1,371. Tra le commodities il petrolio Wti perde lo 0,25% a 59,45 dollari al barile e il Brent fa -0,43% a 62,93 dollari al barile. L’oro lascia sul terreno lo 0,466% a 1.750 dollari l’oncia.
Pochi i dati macro di oggi. Dall’Italia arriveranno i dati sulle vendite al dettaglio di febbraio e nel pomeriggio gli Usa diffonderanno gli aggiornamenti sui prezzi alla produzione di marzo.
di: Maria Lucia PANUCCI
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