
Il titolo parte con il botto a 381 dollari per azione ma poi chiude a $328,28, sempre meglio del prezzo iniziale fissato a 250 dollari
Volatilità elevata per il debutto in Borsa del Coinbase . La società californiana, fondata nel 2012, che offre uno scambio di beni digitali globale per il commercio di criptovalute, ha aperto con il botto, a 381 dollari per azione, in aumento del 52% rispetto al prezzo di riferimento che era stato fissato dal Nasdaq alla vigilia, pari a $250.
Nelle prime ore di quotazioni, il titolo della piattaforma di trading delle criptovalute, la prima in assoluto a sbarcare a Wall Street, non con un’Ipo ufficiale ma con una quotazione diretta, è volato oltre $400, fino a $429,54, prima di scendere al di sotto del prezzo di apertura a $381, fino al minimo intraday di $310 circa, per poi chiudere a $328,28.
Questo valore ha attribuito alla piattaforma una capitalizzazione iniziale di mercato di $85,8 miliardi.
Coinbase stima di chiudere il primo trimestre dell’anno con un utile fra i 730 e gli 800 milioni di dollari, più del doppio di quanto guadagnato nell’intero 2020. I ricavi sono attesi invece superare gli 1,3 miliardi del totale dello scorso anno. Il fatturato di Coinbase è legato alle commissioni raccolte quando gli utenti vendono o acquistano Bitcoin e, quindi, l’andamento del prezzo dei titoli della società potrebbe essere esposto a quello della criptovaluta, nota per la sua volatilità.
Altro elemento di debolezza per Coinbase è un modello di business basato sulle commissioni: l’aumento delle concorrenza potrebbe innescare una corsa al ribasso e quindi mettere sotto pressione i ricavi. Dubbi che però non stemperano l’ottimismo del fondatore e amministratore delegato di Coinbase, Brian Armstrong, convinto che il mondo sia ormai sull’orlo dell’adozione delle valute digitali e che la sua società sia perfettamente posizionata per cogliere l’occasione offerta dalla rivoluzione cripto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/SASCHA STEINBACH
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