
L’Upb prevede però numeri più alti rispetto a scenario Def per triennio 2022-24. Ed avvisa: “l’accumulo di garanzie pubbliche può rappresentare un rischio per la sostenibilità delle finanze”
Arriva il via libera dell’Ufficio Parlamentare di bilancio alle previsioni economiche del Governo. Il livello del rapporto tra il debito e il PIL sarebbe per l’anno in corso sostanzialmente analogo a quello stimato dal DEF, evidenziando quindi un aumento rispetto al 2020. Da segnalare che dal Def emerge che il nuovo livello del debito pubblico è stimato al 159,8% del PIL nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024.
Nel triennio 2022-24, nello scenario UPB la traiettoria del rapporto tra debito e PIL avrebbe però un andamento superiore a quello dello scenario DEF, con una differenza che raggiunge quasi tre punti percentuali in più nel 2024 quando il rapporto tra debito e PIL risulterebbe del155,5% .«Sussistono rilevanti rischi al ribasso sull’evoluzione del quadro macroeconomico, in primo luogo legati all’andamento dell’epidemia e all’eventuale necessità di ulteriori misure di contenimento della stessa e di sostegno a imprese e famiglie. Tali rischi potrebbero ovviamente modificare le tendenze di finanza pubblica, comportando un ulteriore innalzamento dei livelli di deficit e di debito». E’ quanto ha detto il Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Giuseppe Pisauro, ascoltato oggi in audizione dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta, nell’ambito dell’esame preliminare del Documento di economia e finanza (DEF) 2021.
L’Upb avvisa che nel quadro di forte incertezza per la pandemia l’accumulo di garanzie pubbliche può rappresentare un rischio per la sostenibilità delle finanze. «L’accumulo di garanzie pubbliche può rappresentare un rischio per la sostenibilità delle finanze pubbliche – ha poi avvisato. – Le misure per assicurare la liquidità delle imprese durante la crisi Covid-19 hanno significativamente aumentato lo stock di garanzie complessivamente concesse alle imprese dalle Amministrazioni pubbliche Fra il 2019 e il 2020 lo stock complessivo è passato da 85,8 a 215,5 miliardi (dal 4,8 al 13,0 per cento del Pil) e l’incremento dovuto agli interventi legati alla emergenza sanitaria è stato pari a 117,7 miliardi (7,1 per cento del Pil)”. In caso di escussione della garanzia le Amministrazioni pubbliche sono infatti tenute al rimborso del capitale residuo oggetto di garanzia. Sarà importante nei prossimi anni monitorare l’andamento di questi importi e soprattutto dei valori delle perdite attese sottostanti le previsioni indicate nel Def, che dovrebbero avere una separata indicazione».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI/DRN
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