
Altri 30 miliardi al fondo “extra”. 6 le missioni totali. Nel 2026 il Pil sarà di tre punti percentuali più alto grazie agli interventi del Piano
Cominciano ad emergere i primi dettagli del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La bozza ammonta complessivamente a 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi al fondo complementare. E’ quanto emerge dalle tabelle inserite nel documento che il Cdm dovrebbe esaminare.
6 le missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi di investimenti; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 19,1 mld; salute con 15,6 mld.
Le 6 missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno accompagnate anche da due riforme strutturali della giustizia e della Pubblica amministrazione.
La quota più alta dei 30 miliardi del fondo extra Recovery andrebbero a rimpinguare la missione “Rivoluzione green e transizione ecologica”: al green , secondo quanto si legge nella bozza, andrebbero quasi 12 miliardi, (11,65) di cui 8,25 per il Superbonus. Le cifre sono ancora oggetti di limature. Altri 6,13 miliardi spetterebbero rispettivamente a digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità.
Nel 2026 il Pil sarà di tre punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo quanto si legge ancora nella bozza messa a punto in vista del Cdm. La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019. Viene indicato l’obiettivo di incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà oggetto di due diverse riunioni del Consiglio dei ministri. E’ quanto si apprende da fonti di Governo. Un Cdm è previsto per domani per un primo esame del testo. Lunedì e martedì poi il premier Draghi illustrerà il piano alle Camere che si esprimeranno con un voto dopo la sua informativa. Solo dopo, tra il 28 e il 29 aprile, dovrebbe esserci il secondo Consiglio dei ministri per l’esame e il voto finale del Pnrr, prima dell’invio alla Commissione europea, in programma per il 30 aprile.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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