
La retribuzione oraria media è in crescita dello 0,7%. Assicurazioni, il legno, carta e stampa ed edilizia sono i settori con gli aumenti tendenziali più elevati
A fine di marzo 2021 i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 21,5% dei dipendenti, circa 2,7 milioni, e un monte retributivo pari al 22,3% del totale. A dirlo è l’Istat secondo cui nel corso del primo trimestre di quest’anno sono stati recepiti 8 contratti: ceramiche, trasporti marittimi, telecomunicazioni, editoria giornali, lavanderia industriale, conciarie, grafiche editoriali e servizi portuali. «Questi indicano importanti segnali di ripresa dell’attività contrattuale», spiega l’istituto.
Quelli in attesa di rinnovo ammontano a 43 e interessano circa 9,7 milioni di dipendenti, ovvero il 78,5% del totale, con un monte retributivo pari al 77,7%. Si tratta di 300 mila lavoratori in meno rispetto al dato di fine dicembre.
A marzo 2021 il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è aumentato sia per i lavoratori con il contratto scaduto (da 13,9 a 22,6 mesi) sia per il totale dei dipendenti (da 11,2 a 17,7 mesi). La retribuzione oraria media, rispetto al primo trimestre del 2020, è cresciuta dello 0,7%.
I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli del credito e delle assicurazioni (+2%), del legno, carta e stampa (+1,8%) e dell’edilizia (+1,6%). L’incremento è invece nullo per i settori del tessile, dell’abbigliamento e lavorazione pelli, delle industrie chimiche, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e della pubblica amministrazione.
di: Maria Lucia PANUCCI
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