La produzione industriale fa +2,2% a marzo, molto meglio delle stime. Il Pmi manifatturiero è al record in tre anni
Diverse informazioni giungono dal fronte macro in Giappone. Peggiora il sentiment dei consumatori ad aprile. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, l’indice di fiducia si è attestato a 34,7 punti, rispetto ai 36,1 di marzo. Il dato resta al di sotto della soglia di 50 punti, evidenziando la persistenza di un clima negativo fra le famiglie del Sol Levante.
Buone notizie arrivano invece dal fronte lavoro. Il tasso di disoccupazione del Giappone è sceso al 2,6%, meglio del 2,9% atteso dal consensus e in calo rispetto al precedente 2,9%. Il rapporto tra disponibilità e ricerca di un posto di lavoro è salito a 1,10 a marzo, meglio del rapporto a 1,09 atteso e del mese precedente. Ma è anche vero che nell’anno fiscale 2020 si registra il calo di disponibilità del lavoro più forte in 46 anni a causa della crescita del tasso di disoccupazione, la prima in 11 anni, scatenata dall’impatto della pandemia Covid-19 sull’economia giapponese.
La produzione industriale del Giappone è salita del 2,2% su base mensile, decisamente al di sopra del -2% atteso dal consensus, e in miglioramento rispetto alla flessione pari a -1,3% di febbraio. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato. Su base annua il trend è stato di un balzo del 4%, rispetto al -0,6% atteso e al precedente calo del 2%.
Il Pmi manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamene da Jibun Bank e Markit, si è attestato ad aprile a 53,6 punti, al livello più alto in tre anni, ovvero dal febbraio del 2018, in lieve rialzo rispetto ai 53,3 punti della lettura preliminare e in crescita rispetto ai precedenti 52,7 punti. Il dato conferma la fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione e di espansione dell’attività economica.
di: Maria Lucia PANUCCI
Ti potrebbe interessare anche: