Se finora si è parlato di una carenza fino al 2022 Intel sposta la scadenza di almeno un altro paio d’anni. Poi sarà una corsa alla riscossa. Le vendite globali di semiconduttori potrebbero raddoppiare da circa 450 miliardi di dollari nel 2019 a quasi 1.000 miliardi entro il 2030
La carenza globale di chip durerà un altro paio di anni. A dirlo è il CEO di Intel, Pat Gelsinger, che nel corso di un’intervista al Wall Street Journal ha previsto un nuovo peggioramento per il futuro per il mondo dei semiconduttori. Se finora si è parlato di una carenza fino al 2022, Gelsinger sposta la scadenza almeno al 2024.
Le vendite globali di semiconduttori però poi prenderanno la rincorsa e potrebbero raddoppiare da circa 450 miliardi di dollari nel 2019 a quasi 1.000 miliardi entro il 2030. Le più grandi aziende di semiconduttori al mondo hanno già pianificato investimenti da miliardi di dollari in nuovi impianti di produzione per soddisfare la recente domanda oltre che per gestire le tensioni geopolitiche, ora che i semiconduttori sono considerati addirittura una priorità di sicurezza nazionale.
Il leader indiscusso del settore, Taiwan Semiconductor Manufacturing, prevede di spendere 100 miliardi di dollari da qui al 2023 per nuovi stabilimenti produttivi di chip, tra cui un grande sito progettato in Arizona. TSMC detiene quasi l’80% della quota di mercato per la produzione di chip all’avanguardia e tra i suoi clienti si annoverano Apple, Qualcomm e Broadcom. Dal canto suo Intel intende spendere 20 miliardi di dollari in due nuovi impianti in Arizona, mentre Samsung Electronics sta pensando di costruire un nuovo sito manifatturiero in Texas per un valore di 17 miliardi di dollari.
Questo perché i chip semiconduttori stanno diventando parte integrante praticamente di ogni settore e sono essenzialmente i “cervelli” di molti dei beni di uso quotidiano.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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