Questo su base mensile perché su base annua si assiste ad un aumento del 22,9% in valore e del 23,5% in volume
Non arrivano buone notizie sul fronte dei consumi italiani che a marzo sono rimasti sostanzialmente fermi. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat le vendite al dettaglio hanno segnato una variazione pressoché nulla rispetto al mese precedente: -0,1% in valore e +0,1% in volume, che sintetizza una crescita per i beni alimentari e un calo per i non alimentari.
I dati sono ben diversi se si fa un paragone su base annua dato che rispetto a marzo del 2020 le vendite al dettaglio hanno segnato un aumento del 22,9% in valore e del 23,5% in volume. Il risultato è dovuto in particolar modo alle vendite dei beni non alimentari che hanno registrato un fortissimo aumento sia in valore sia in volume (rispettivamente +49,7% e +50,3%); in crescita, seppur in modo più contenuto, anche le vendite dei beni alimentari (+3,7% in valore e in volume).
«Per il complesso delle vendite al dettaglio a marzo si registra una sostanziale stazionarietà congiunturale – sottolinea l’Istat in una nota. – A ciò si contrappone un fortissimo incremento tendenziale che riflette i livelli particolarmente depressi che avevano caratterizzato marzo 2020, primo mese di chiusura forzata di molte attività commerciali a causa dell’emergenza sanitaria, in particolare nei settori non considerati essenziali. Ne derivano variazioni tendenziali positive eccezionalmente ampie delle vendite di beni non alimentari, con tassi di crescita mai osservati in precedenza per quasi tutti i prodotti e le varie tipologie distributive».
di: Maria Lucia PANUCCI
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