
La start-up padovana sfrutta i raggi cosmici per la misurazione del livello di umidità nel terreno. Una tecnologia che potrebbe mettere la parola fine allo spreco dell’acqua
Nata come start-up spin-off dell’Università di Padova, Finapp punta a cambiare per sempre il mondo della gestione delle risorse idriche. Ce ne parla il Ceo Luca Stevanato, imprenditore e ricercatore dell’ateneo padovano.
Finapp rappresenta un modo innovativo per misurare l’umidità del suolo grazie alla radiazione cosmica. Ecco come funziona: il raggio cosmico colpisce il suolo, i neutroni ambientali che lo compongono tornano indietro fornendo una serie di informazioni grazie alle quali è possibile calcolare la presenza di acqua nel terreno. L’apparecchiatura legge queste informazioni e le traduce in numeri e parole.
I raggi cosmici potrebbero sembrare una cosa molto lontana da noi ma, in realtà, tutti li abbiamo visti almeno una volta, anche solo in foto, in quanto sono i responsabili del bellissimo spettacolo dell’aurora boreale, al circolo polare artico.
Il motto di Finapp è “Life from cosmos”, un motto che riassume la mission della start-up. Dobbiamo ricordare che l’acqua è tra le risorse più preziose del nostro pianeta, una risorsa che va sempre maggiormente preservata mentre la popolazione mondiale cresce insieme alla produzione di cibo e alle estati di siccità. Le tecniche tradizionali di agricoltura non riescono a sfamare la popolazione in modo adeguato e occorre irrigare nel modo migliore per non sprecare l’acqua. In questo quadro, l’intuizione di Finapp è quella di utilizzare la rilevazione di particelle che si creano e arrivano sul nostro pianeta dagli angoli più reconditi del cosmo, appunto, per misurare i livelli di acqua. Questa tecnologia permette di monitorare il contenuto di acqua nei campi coltivati, fornire in tempo reale indicazioni per organizzare tempi e modalità di irrigazione e, di conseguenza, ridurre gli sprechi creando crescita e sviluppo.
Attualmente i livelli di umidità del suolo vengono misurati tramite sonde elettromagnetiche immerse nel terreno che, tuttavia, riescono a coprire solo piccole porzioni. Gli stessi limiti, a livello di profondità, si incontrano anche nell’uso delle tecnologie satellitari. La tecnologia messa in campo da Finapp, invece, con un singolo sensore installato a due metri di altezza circa dal terreno, può coprire un’area ampia fino ad una decina di ettari in particolari condizioni e fino a 50 cm di profondità. Senza considerare che il sensore richiede pochissima manutenzione e non interferisce con le attività agricole.
Quello dell’agricoltura non è l’unico ambito di applicazione dell’attrezzatura di Finapp. I neutroni, infatti, sono sensibili all’acqua in qualsiasi forma permettendo dunque di misurare anche la densità della neve e l’acqua contenuta nella biomassa. La neve, ricordiamo, è un parametro fondamentale per la gestione della risorsa idrica, in particolar modo studiare la densità del manto nevoso permette di sapere quale sarà la disponibilità di acqua potabile per la rete idrica e di irrigazione e per i bacini idroelettrici. La densità del manto nevoso viene ad oggi misurata solo manualmente. Al contrario, le sonde di Finapp possono lavorare in autonomia consentendo analisi quotidiane anche in luoghi difficilmente raggiungibili ma spesso cruciali per la gestione dei bacini idrici.
Nel 2020 Finapp ha ricevuto un primo round di finanziamento in equity dal fondo Progress Tech Transfer, un risultato che la start-up punta a raggiungere anche nel 2021 con un secondo round. Tra gli obiettivi c’è anche l’apertura di uno stabilimento produttivo tutto italiano che permetta di soddisfare le richieste in arrivo da tutto il mondo. Tra i Paesi con cui la start-up è già in contatto ci sono Vietnam, Cina, Turchia, Canada, Marocco, Costa D’Avorio, Senegal, Kenya ed altri Paesi dell’Africa.
La tecnologia che sfrutta i raggi cosmici per la misurazione dell’umidità del suolo è stata riconosciuta anche dalla FAO come il futuro dell’agricoltura di precisione. Un riconoscimento di come questa tecnica potrebbe supportare i Paesi in via di sviluppo dove molto spesso il bene acqua scarseggia.
Ti potrebbero interessare anche: