Ai minimi susine ciliegie albicocche e pesche
Si contano i danni delle gelate tardive di marzo e aprile 2021. Per la frutta primaverile ed estiva la perdita ammonta a 862 milioni, di cui 454 milioni di euro sono i danni per perdita di prodotto, ai quali si sommano quelli relativi alla fase di lavorazione, che superano i 150 milioni di euro, e una perdita di valore dell’indotto stimata in 258 milioni di euro. A fare questi conti è il report realizzato dal CSO Italy Centro Servizi Ortofrutticoli su indicazione dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari che realizza per la prima volta un computo dettagliato delle stime dei danni da gelo per le albicocche, le pesche, le susine e le ciliegie, la frutta primaverile ed estiva per eccellenza. «Uno dei motivi che ci ha spinto a far redigere una stima completa sulle perdite economiche complessive per le drupacee – commenta il coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Davide Vernocchi – è il fatto che la rilevanza del fenomeno e l’impatto sul comparto ortofrutticolo nazionale derivante dall’andamento climatico degli ultimi mesi sia stato a nostro avviso alquanto sottovalutato».
Il susseguirsi di così rilevanti gelate ha rappresentato infatti un fenomeno di portata eccezionale. Mai fino a questo momento si erano registrati impatti così devastanti su tutte le colture e contemporaneamente in tutti i maggiori bacini produttivi nazionali.
E la conta dei danni è solo parziale visto che mancano le stime delle perdite di pere, mele e kiwi ma intanto Vernocchi lancia un appello a consumare frutta coltivata e lavorata in Italia. «Il nostro auspicio – dice – è che anche in Italia la distribuzione dia spazio e un giusto valore alla produzione made in Italy, proprio come avviene in Francia, dove i consumatori accettano di pagare fino a due euro in più al chilo le loro fragole, pur di premiare e difendere la produzione nazionale».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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