
Presto prelevare potrebbe diventare più costoso
Girovite nel mondo del contante. Il numero degli sportelli automatici è in costante calo e ritirare denaro minaccia di diventare sempre più costoso: basti pensare che, secondo la rilevazione di Bankitalia, nel 2019 il totale era di 24.311 filiali contro i 33.663 del 2010. Gli Atm multifunzione sono passati da 35.671 nel 2013 a 31.807 nel 2018. A questi numeri va ad aggiungersi la decisione della Bce di imporre agli istituti di credito dei tassi negativi che non rendono più conveniente avere clienti con molta liquidità sul conto corrente.
Viste queste novità, molte banche si sono mosse in una direzione sempre più cashless: come Fineco, Unicredit e Bper, ma soprattutto il gruppo ING, che da luglio ha chiuso tutti i suoi ATM e le casse automatiche.
Di conseguenza, anche Bancomat Spa, la società che gestisce i circuiti di pagamento e prelievo, ha studiato un progetto di revisione dei costi che è al vaglio dell’antitrust, e che potrebbe prevedere l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo direttamente all’istituto di credito. Così facendo, la persona che ritira denaro allo sportello di una banca di cui non è cliente dovrà pagare una commissione di importo diverso a seconda dell’istituto presso cui si fa il ritiro. Un grosso rischio perché i clienti rischierebbero di prelevare senza sapere a quanto ammonta il costo del prelievo.
Questo sistema non è molto popolare: potrebbe svantaggiare le piccole banche e quelle che hanno puntato quasi esclusivamente al digitale perché i loro clienti useranno maggiormente gli ATM non legati a quelli in cui hanno aperto effettivamente il conto.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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