
L’80% delle startup italiane prevede di assumere nuovi dipendenti anche nel 2021. In quattro aziende su cinque l’80% dei dipendenti è assunto con contratto a tempo indeterminato. Un manager su cinque all’interno del management team è donna
Il 70% delle startup italiane ha creato posti di lavoro nel 2020, nonostante la pandemia e l’emorragia che molte altre aziende “più anziane” e “più collaudate” hanno subito e continuano a subire. In un caso su cinque il personale è addirittura raddoppiato rispetto al 2019, segno che molte startup hanno superato la crisi pandemica brillantemente e anzi vi hanno trovato opportunità di crescita.
E non è tutto perché l’80% delle startup italiane prevede di assumere nuovi dipendenti anche nel 2021 con un focus particolare su esperti digitali nell’ambito di Software Engineering, Back End Technology, Data Management & Advanced Analytics e Product Management. Questo è il quadro che emerge da una ricerca condotta da Vc Hub Italia, l’associazione che riunisce i principali attori dell’innovazione in Italia, ed Egon Zehnder, società internazionale che opera nell’executive search e nel leadership advisory. «La ricerca mostra con chiarezza come anche in questo periodo di pandemia le startup abbiamo continuato a crescere e assumere, generando occupazione come spesso nemmeno le aziende tradizionali riescono ormai più a fare e mostrando una grande capacità di resilienza – ha dichiarato in una nota Francesco Cerruti, direttore generale di VC Hub Italia. – Le startup creano occupazione di qualità, offrono importanti opportunità di sviluppo professionale e coinvolgono le proprie risorse nella crescita dell’azienda. Proprio per questo è importante continuare a sostenerle perché rappresentano il futuro sia per la nostra economia che per i giovani, che anche in Italia possono trovare opportunità che troppo spesso sono costretti a cercare all’estero».
Per fare un quadro più completo circa il 73% delle aziende ha uno staff composto da meno di 20 dipendenti, il 23% tra 20 e 70 ed il 4% è composto da aziende con più di 70 dipendenti. Il 63% delle risorse, in media, ha meno di 35 anni, e il 90% è al di sotto dei 40. Circa il 25% dei dipendenti detiene equity o stock options della società in cui lavora.
Importante anche il dato che emerge in merito alla presenza di laureati all’interno delle startup: circa il 70%, infatti, conta più del 70% di laureati tra i dipendenti e la gran parte, il 75%, assume neolaureati, con una percentuale di quelli alla prima esperienza lavorativa post universitaria che arriva fino al 30%. Inoltre, risulta che in quattro aziende su cinque l’80% dei dipendenti è assunto con contratto a tempo indeterminato. E, udite udite, un manager su cinque all’interno del management team è donna. «Il tasso di crescita degli organici e la partecipazione diffusa ai piani di stock options sono fra gli elementi più differenzianti dell’ecosistema startup, volano non solo di crescita economica ma anche di realizzazione professionale per giovani con competenze manageriali e tecniche specifiche – commentano Fabrizio D’Eredità e Andrea Splendiani, consulenti di Egon Zehnder. – L’esperienza in una start up aggiunge estremo valore al proprio background professionale. Imprenditorialità e adattabilità vengono duramente messe alla prova, e competenze manageriali come orientamento ai risultati, capacità di collaborare e di costruire e guidare team complessi vengono fortemente stimolate».
Il 70% delle aziende ha tutti i dipendenti basati in Italia. E la maggior parte sviluppa il proprio fatturato nel nostro Paese ma ci sono segnali di una forte spinta all’internazionalizzazione: il 20% circa sviluppa infatti più del 50% del proprio fatturato in Paesi esteri.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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