
I ricavi, che erano diminuiti di un quarto nella prima metà dell’anno fiscale che ha coinciso con i primi lockdown, sono poi rimbalzati del 12% nella seconda metà dell’anno fiscale. Il gruppo raddoppia il dividendo
Il lusso torna di moda. Richemont ha annunciato di aver chiuso l’esercizio 2020/2021, terminato a marzo, con un utile in crescita del 38% a 1,2 miliardi di euro. Il fatturato è sceso (su base annua) dell’8% a 13,1 miliardi di euro (14,4 miliardi di franchi) sulla scia delle incertezze causate dall’epidemia di coronavirus e delle restrizioni di viaggio, che hanno indotto i consumatori a spendere meno. Come però avvenuto per i concorrenti francesi LVMH e Kering le vendite sono tornate a crescere rapidamente con un balzo del 30% nel periodo gennaio-marzo 2021. A trainare gli affari sono state la Cina e gli Stati Uniti.
Il colosso ginevrino del settore del lusso, che nella sua scuderia presenta grandi marchi quali per esempio Cartier o Piaget, guarda anche con fiducia al futuro. Le cifre sono superiori alle previsioni degli analisi. In tutti i comparti d’attività si assiste a un accelerazione delle tendenze già riscontrate nei primi mesi del 2020. La gioielleria, che contribuisce per più della metà alle entrate del gruppo, ha superato i livelli pre-crisi.
Per lo scorso esercizio il gruppo intende pagare un dividendo di due franchi svizzeri per azione, doppio rispetto a quello dello scorso anno. Alla Borsa di Zurigo i risultati di Richemont sono stati festeggiati con un rialzo del titolo in avvio del 5,4% a 99,74 franchi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/RICHEMONT / YVES-ANDRE.CH / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
Ti potrebbe interessare anche: