
Persiste, poi, la questione della trasparenza di una moneta che è nata per non essere regolata ed il problema dell’offerta particolarmente inelastica
Anche Hsbc chiude agli investimenti in Bitcoin. Dopo il dietro front di Elon Musk (guarda qui), arriva uno stop importante dall’Europa, ovvero da uno dei più grandi gruppi bancari del mondo. A frenare la corsa ci ha pensato Noel Quinn, amministratore delegato di Hsbc, che ha rivelato in esclusiva all’agenzia Reuters di aver escluso la possibilità di inserire cripto monete tra i propri asset.. «Non siamo interessati a promuovere questa asset class all’interno delle attività di gestione patrimoniale. Se i nostri clienti vorranno investire ovviamente potranno, ma noi non lo promuoveremo», ha spiegato.
Ed il motivo di questa chiusura è facilmente intuibile: l’estrema volatilità. Basti pensare che in soli 7 giorni la moneta virtuale più famosa al mondo ha perso il 19,73%. Persiste, poi, la questione della trasparenza di una moneta che è nata per non essere regolata: la tecnologia della blockchain, completamente anonima, potrebbe favorire attività illegali, riciclaggio in primis. A questo si aggiunge il problema dell’offerta particolarmente inelastica: il bitcoin, infatti, ha un tetto massimo di monete coniabili pari a 21 milioni, di cui oltre 19 già estratti.
Uno stop è arrivato anche dalla Banca Popolare Cinese che, oltre ad aver proibito tutte le transazioni con le criptovalute bloccando di fatto la domanda, ha anche sospeso le attività dei minatori di Bitcoin cinesi quali Btc.Top e Huobi Mall, costretta a fermare anche le attività di trading degli utenti cinesi. Secondo quanto riportato da Reuters, i minatori cinesi contavano quasi il 70% dell’offerta complessiva della moneta.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AFP PHOTO / JACK GUEZ
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