
In un report la banca d’affari americana spiega l’interesse degli investitori verso questo mondo con un occhio di riguardo più all’Ethereum che al Bitcoin
Goldman Sachs apre di nuovo alle criptovalute tornando ad immaginarle come asset di investimento. Il motivo? La domanda dei clienti. E’ quanto emerge da un report della banca d’affari americana dove il capo della divisione degli asset digitali, Mathew McDermott, ha spiegato le ragioni di questa inversione di rotta, dettata anche dal mercato con un occhio di riguardo rivolto più all’Ethereum che a Bitcoin. «Gli investitori rimangono sì interessati al Bitcoin, ma sono sempre più attratti dal valore più generale che possono portare le criptovalute. Stanno guardando all’Ethereum, e come questo può davvero portare come cambiamento nei mercati finanziari – ha spiegato McDermott. – L’interesse per l’Ether è presto spiegato: a differenza di Bitcoin, si muove su una blockchain, la tecnologia che consente alle cripto di essere scambiate, che non solo consente il passaggio tra portafogli di moneta digitale, ma anche di contratti e prodotti digitali. Se la storica accusa di Bitcoin è quella di non avere un sottostante che ne determini e giustifichi il valore, e quindi di non poter essere considerato un asset class, Ether con la sua blockchain ha un’infrastruttura che comincia a delinearsi come un investimento interessante. E quindi a dare nuova dignità agli occhi degli investitori un po’ a tutto il settore».
McDermott spiega quindi che gli investitori e le società di gestione del risparmio “vogliono diversificare il proprio patrimonio investimenti“. E le cripto sono viste come una possibilità, anche per il fatto che le grandi società che lavorano con le monete digitali “hanno gestito la loro crescita senza alcun aumento evidente di attività fraudolente“. Ciò avrebbe sospinto tutta l’industria, arrivata alla quotazione di colossi come Coinbase lo scorso aprile. «Non capita spesso di assistere alla nascita e all’affermazione di un nuovo asset di investimento», ha ammesso McDermott.
Come molte società di investimento e banche d’affari Goldman Sachs è stata inizialmente molto scettica verso le criptovalute. Ma negli anni ha superato i propri dubbi, anche facilitata dall’aumento della domanda. All’inizio di maggio il colosso americano ha annunciato in una nota interna che aveva iniziato lo scambio di due derivati legati alle criptovalute, in particolare Bitcoin, aprendo alla possibilità di aprirsi ancora di più in futuro in questo settore. Un nuovo inizio quindi, ma con qualche freno. McDermott ha ricordato che comunque al momento resta incerto il “panorama normativo e che quindi l’azienda sta solo iniziando ad offrire ai propri clienti uno spazio nel mondo delle cripto“.
di: Maria Lucia PANUCCI
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