
La società è accusata di pratiche tese a far aumentare i costi per i consumatori e a ridurre l’innovazione
Amazon finisce nei guai. Il procuratore generale di Washington D.C., Karl Racine, ha annunciato una causa antitrust contro il colosso dell’e-commerce, accusato di pratiche che avrebbero avuto l’effetto di far alzare i prezzi per i consumatori e di ridurre l’innovazione.
Secondo l’ufficio del procuratore l’azienda stipulerebbe contratti che impediscono ai venditori di terze parti sulla sua piattaforma di offrire i loro prodotti a prezzi più bassi su altre piattaforme. «Amazon ha sfruttato la sua posizione dominante nel mercato al dettaglio online per vincere a tutti i costi. Massimizza i suoi profitti a scapito di venditori e consumatori di terze parti, mentre danneggia la concorrenza, soffoca l’innovazione e inclina illegalmente il campo di gioco a suo favore», ha dichiarato Racine.
Amazon è nel mirino delle autorità americane da tempo e molti chiedono all’amministrazione di Joe Biden di presentare accuse all’antitrust contro la società. Ma l’azienda non è rimasta in silenzio ed ha già replicato alle accuse. «È esattamente l’opposto – ha detto un portavoce di Amazon. – I commercianti stabiliscono i loro prezzi per i prodotti che vendono nella nostra piattaforma. Amazon è orgogliosa di offrire prezzi bassi su un’ampia gamma di prodotti e, come qualsiasi negozio, ci riserviamo il diritto di non promuovere offerte a prezzi non competitivi».
L’azione di Racine non è isolata e soprattutto non è la prima. Lo scorso anno un gruppo di procuratori di vari Stati americani ha presentato due azioni antitrust contro Google, accusandolo di potere eccessivo nelle ricerche online e nella pubblicità. Un altro gruppo di 48 procuratori ha invece agito nei confronti di Facebook puntando a uno spezzatino della società.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/CESARE ABBATE
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