
L’effetto della pandemia è devastante per il settore
Il numero dei lavoratori dello spettacolo è calato drasticamente nell’anno del covid: lo rileva l’Osservatorio dell’Inps, spiegando che nel 2020 il numero di impiegati in questo ambiente con almeno una giornata retribuita è risultati pari a 261.799, il 21% in meno rispetto al 2019. La retribuzione media nel 2020 è stata di 10.492 euro e le giornate retribuite, in media, sono state 91. L’anno precedente la retribuzione media annua era più alta dell’1,8% e le giornate retribuite erano l’8,6% in più.
Le professioni più colpite sono state quelle dei conduttori e degli animatori, che sono diminuiti di oltre il 40% tra il 2019 e il 2020. Hanno avuto riduzioni pari a circa un terzo dei lavoratori anche le professioni riguardanti il settore musicale, orchestrali, musicisti, gruppi di canto e di ballo.
Il numero che rimane più numeroso è quello degli attori, ma rispetto al 2019 anche questo settore ha perso circa due punti percentuali, ovvero 22.500 unità.
Gli unici in crescita sono i lavoratori di impianti e circoli sportivi e gli impiegati.
In prevalenza, i lavoratori dello spettacolo sono maschi, per il 57,8% e giovani, il 29% è under 29. Proprio questi ultimi sono diminuiti di un terzo nel 2020. La retribuzione media annua dei lavoratori dello spettacolo nel 2020, pari a 10.492 euro nel complesso, risulta differenziata sia per età, sia per genere. In particolare aumenta al crescere dell’età, ed è costantemente più alta per i maschi. A livello geografico, risulta che il 39,8% lavora nelle regioni del Centro, a seguire il Nord-ovest con il 26,7%, Sud e Isole con il 17,0% e il Nord-est con il 16,5%.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
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