Si è tenuto oggi l’incontro organizzato dalla Fondazione ISTUD
Si è tenuto oggi l’International Colloquium Africa&Gulf verso Expo Dubai 2021, dedicato alla ripartenza, organizzato dalla Fondazione ISTUD, la più antica business school privata italiana.
Quale sarà il futuro dell’economia globale nel post pandemia? È l’interrogativo a cui ha cercato di rispondere Maurizio Guandalini, esperto di globalizzazione, con il libro in uscita per Mondadori Africa&Gulf, Atlante dei Paesi in crescita nell’era del Coronavirus. «Investire e rischiare con progetti duraturi. In Africa così stanno facendo Cina e Turchia – ha spiegato lo studioso e consulente internazionale professor Marco Massoni – occorre prepararsi per la quarta rivoluzione industriale con il salto tecnologico affidato alla giovane generazione africana. Un
continente foriero di meraviglia ancora di nicchia che dobbiamo tenere d’occhio. Fattore geoeconomico e geopolitico di peso sono le cosiddette terre rare».
Per muoversi in Paesi complessi come quelli africani occorre conoscere per investire adeguatamente e fare education prima ancora di dedicarsi al business. CNH Industrial, per esempio, ha avviato diversi progetti in Sudafrica per quanto riguarda la formazione giovanile e in Tunisia per insegnare i valori dell’agricoltura, ma anche in Ghana, dove c’è stato un matrimonio tra canna da zucchero e cacao del posto e le nocciole di Torino che hanno dato vita a un nuovo cioccolatino.
Expo Dubai, che si terrà dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022 è il primo grande appuntamento mondiale dopo il covid. Pertanto le opportunità del Golfo sono numerose, partendo dagli Emirati Arabi: «sono un hub e non un mercato di sbocco e ci sono le condizioni per aiutare le pmi italiane – ha precisato un frequentatore di quei paesi, Gianluca Marano di Swiss Valor Advisory – basta che si sviluppi la cultura dell’internazionalizzazione che deve essere propria dell’imprenditore».
Il vicepresidente di Confindustria, in conclusione, ha spiegato che Expo Dubai è incentrato su temi come mobilità e sostenibilità. «L’interesse è spingere l’acceleratore della piccola impresa soprattutto alla luce della crescita dell’eCommerce nell’area del Golfo che nel 2030 vedrà una crescita esponenziale del ceto medio spendente. Per l’area del Mediterraneo dobbiamo darci da fare nella logistica dove l’Italia è ferma al 19esimo posto. Occorre investire sullo sviluppo dell’intermodalità, hub e porti centralità».