
I maggiori incrementi riguardano il Nord, +30% durante la pandemia dal 2019. Il presidente: “temiamo la fine del blocco dei licenziamenti”
Il Covid ha reso gli italiani molto più poveri. Ben 344.000 famiglie in più sono entrate in una situazione di disagio economico e sociale, durante la pandemia, per un totale che complessivamente ha superato per la prima volta negli ultimi cinque anni quota due milioni, in crescita del 20% rispetto al 2019, quando erano un milione e 674 mila. A lanciare l’allarme è l’analisi del Centro studi di Unimpresa che ha incrociato dati dell’Istat e della Corte dei conti.
È boom al Nord: nelle Regioni settentrionali l’incremento della povertà, tra i nuclei familiari, è stato di 218.000 unità, in crescita del 30%, dai 726.000 del 2019 a quasi un milione dello scorso anno. Aumenti anche al Centro (+21,5%), con una crescita di 52 mila nuclei familiari in più, e al Sud (+9%), con una salita di 64 mila famiglie.
«Ecco il conto, drammatico, che ci aspettavamo – ha commentato il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. – Temiamo che, al termine del blocco dei licenziamenti, ci troveremo di fronte a una emorragia di posti di lavoro impossibile da arginare. Senza prospettive e certezze, del resto, le aziende non possono pagare stipendi accumulando perdite».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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