
L’avvio dei nuovi cantieri è in salita a maggio ma peggio delle attese
La trepidazione dei mercati per il responso della Fed è alto, se si considerano gli ultimi numeri relativi all’inflazione Usa. Proprio oggi è stato reso noto l’indice dei prezzi alle importazioni degli Stati Uniti, salito nel mese di maggio dell’1,1%, oltre il +0,8% atteso dagli analisti. Esclusi i prezzi alle importazioni del petrolio, il dato è salito dello 0,9%, più del +0,5% previsto e dopo il +0,7% del mese precedente.
Su base annua i prezzi alle importazioni sono balzati dell’11,3%, oltre il +10,9% stimato. Il dato di aprile è stato rivisto al rialzo dal +10,6% inizialmente reso noto a +10,8%. Focus sui prezzi alle importazioni dei beni non energetici, balzati su base annua del 6%, al record dal +6,1% del 2008.
I prezzi alle esportazioni Usa sono aumentati anch’essi, in crescita del 2,2% su base mensile, ben oltre il +0,8% stimato e il +1,1% di aprile (dato rivisto al rialzo dal +0,8% precedentemente reso noto). Su base annua, il trend è stato di un balzo del 17,4%, rispetto al +15,2% atteso, successivo al +14,9% di aprile.
Dal fronte macroeconomico Usa, oggi è stato reso noto anche il dato che misura l’avvio dei nuovi cantieri, salito a maggio del 3,6% a un tasso annualizzato pari a 1.572.000 unità, peggio delle 1.630.000 unità attese, ma in rialzo rispetto alle 1.517.000 unità di aprile.
I permessi di costruzione sono scesi del 3%, a 1.681.000 unità, peggio delle 1.730.000 unità attese e rispetto alle 1.733.000 unità di aprile.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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