
“Siamo lontani dalla fine, rischi dalle nuove varianti. Per uscire dalla pandemia serve un coordinamento nell’area euro”
«Secondo le previsioni della Commissione europea, quest’anno il prodotto interno lordo dell’Ue crescerà del 4,2%. In Italia e in Spagna si prevede un aumento rispettivamente del 4,2% e del 5,9%. Queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo, con il ritorno della fiducia fra le imprese e le famiglie». Le parole ottimistiche arrivano dal premier Mario Draghi, intervenuto a Barcellona al Cercle d’Economia, che ha sottolineato come l’obiettivo primario deve essere quello di riportare l’attività economica almeno in linea con la traiettoria precedente alla pandemia. «Solo allora potremo dire di aver superato gli effetti del Covid sulle nostre società e sull’occupazione – ha continuato. – Tuttavia secondo le previsioni attuali non sarà possibile raggiungere tale obiettivo senza ulteriori sforzi. Dobbiamo quindi agire rapidamente ed efficacemente».
E l’allerta deve rimanere alta. «Benché la situazione pandemica sembri sempre più sotto controllo, siamo ancora lontani dalla fine – ha spiegato. – Gli sforzi vaccinali finora si sono concentrati nel mondo ricco. Solo lo 0,3% di dosi nei Paesi a basso reddito, mentre i più ricchi hanno distribuito l’85%, una differenza non solo è eticamente ingiusta, è anche molto pericolosa. Finché il virus continuerà a circolare liberamente, ci sarà sempre rischio nuove varianti. Una o più potrebbero essere resistenti ai nostri vaccini, compromettendo le campagne».
Il premier invita all’unità e alla fiducia reciproca. «Dobbiamo rafforzare le nostre istituzioni – ha affermato – e dobbiamo restare uniti come europei per affrontare le sfide più grandi dei nostri tempi, il cambiamento climatico e la disuguaglianza. Da decenni, il resto del mondo guarda all’Europa per la sua capacità unica di combinare equità e prosperità. Di questo siamo orgogliosi».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/ROBERTO MONALDO/LAPRESSE / POOL
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