Il presidente americano Joe Biden ha annunciato la conclusione di un accordo bipartisan al Senato su un piano da 1,2 trilioni di dollari per rinnovare le infrastrutture. La paura dell’inflazione rimane sullo sfondo
Avvio poco mosso per le Borse europee. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 segna un +0,07%. A Francoforte il Dax è piatto con un +0,02%, a Parigi il Cac40 sale dello 0,11% e a Londra l’indice Ftse100 guadagna lo 0,2%.
Piazza Affari si muove in leggero rialzo con l’indice Ftse Mib che segna dopo l’avvio un progresso dello 0,15% muovendosi in area 25.460 punti. Tra i titoli del paniere principale, Buzzi Unicem si mette in evidenza balzando in avanti di oltre tre punti percentuali a 23,12 euro. Bene anche il comparto bancario, guidato da Banca Mediolanum con un +2,9%, seguita da Banca Generali (+1,6%) e Banco Bpm (+1%). Quest’ultima cerca di riprendersi dai ribassi della vigilia. Sul fronte opposto, quindi tra i peggiori del Ftse Mib, DiaSorin scivola dello 0,8%. Deboli anche le utility con Hera e Italgas in ribasso dello 0,5%.
Tutto questo dopo i record di Wall Street, sostenuti dall’avanzata del piano di investimenti nelle infrastrutture che alimenta l’ottimismo per la ripresa mondiale. Il presidente americano Joe Biden ha annunciato la conclusione di un accordo bipartisan al Senato su un piano di 8 anni da 1,2 trilioni di dollari per rinnovare le infrastrutture e contribuire a stimolare l’economia degli Stati Uniti (guarda qui).
Non solo. Il sentiment è sostenuto anche dalla notizia che le 23 banche più importanti degli Stati Uniti hanno superato gli stress test della Fed (leggi qui).
Resta intonato positivamente l’andamento del pre-mercato Usa, con i tre indici future tutti in rialzo al momento (Dow Jones +0,35%, S&P 500 +0,10% e Nasdaq +0,02%), come i mercati asiatici che chiudono in attivo (Nikkei +0,72%, Shanghai +0,96% e Hong Kong +1,11%).
Tra le commodities le quotazioni del greggio sono in marginale rialzo stamani. Il Wti segna un aumento dello 0,01% a 73,31 dollari al barile, sempre ai massimi da settembre 2018, e il Brent fa +0,01% a 75,57 dollari al barile, anch’esso al top da quasi tre anni. E’ in leggero aumento anche l’oro che fa +0,01% a 1.776 dollari, restando sempre sotto i 1.800 dollari l’oncia, con un movimento al ribasso repentino nelle ultime sedute che lo ha portato da inizio giugno a cedere oltre 120 dollari, mentre da inizio d’anno è in calo del 7,06%.
Nel valutario l’euro recupera qualche posizione rispetto al dollaro: il cambio tra la valuta unica e il biglietto verde rimane sempre sotto 1,20 ma al momento tratta a 1,194, in rialzo dello 0,06%, il dollaro/yen è a 110,82, -0,027%, e il cross tra sterlina e dollaro quota 1,3923, +0,02%. Il bitcoin si conferma sopra i 30 mila dollari anche se al momento registra un ribasso dell’1,31% a 34.367 dollari.
L’inflazione, un’incertezza che tormenta gli investitori da diversi mesi, rimane comunque sullo sfondo e il mercato non mancherà di seguire da vicino i dati su reddito e spesa delle famiglie negli Stati Uniti, che includono l’indice dei prezzi core PCE, il barometro dell’inflazione guardato dalla Fed. Tra gli altri dati, si segnalano gli indicatori di fiducia dell’Italia. Intanto prosegue il Consiglio europeo che si concluderà oggi.
di: Maria Lucia PANUCCI
Ti potrebbe interessare anche: