
Il documento conclusivo è stato pubblicato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato
La riforma del Fisco è sempre più vicina: lo scorso 30 giugno le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno pubblicato un documento contenente le linee guida della prossima riforma fiscale che dovrà avere il via entro il 31 luglio.
Le principali novità riguardano: la riduzione allo scaglione Irpef sul ceto medio; l’abolizione dell’Irap e la rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per i titolari di partita Iva; l’abbassamento delle tasse sul lavoro; semplificazioni ulteriori; la rivistazione del rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria; la lotta all’evasione; e infine l’abbassamento dell’Iva. Dovrebbero saltare anche le microtasse, dal superbollo alla tassa sul rumore degli aerei.
Nello specifico, per quanto riguarda l’Irpef è previsto un abbassamento per i contribuenti nella fascia di reddito tra i 28 mila e i 55 mila euro, con aliquota del 38%. Inoltre verranno razionalizzate le detrazioni fiscali che potrebbero trasformarsi in spese pubbliche ed essere riconosciute come erogazioni dirette in caso di pagamento con carte o bancomat, così che il contribuente potrebbe ricevere subito la somma riconosciuta.
Si va verso l’abolizione dell’Irap: il gettito dovrebbe venir assorbito in tributi già esistenti, come l’Ires. Sul banco c’è l’ipotesi di un ritorno dell’Iri, introdotta nel 2018 e abolita prima di diventare operativa.
Per le partite Iva è possibile che si arrivi a cancellare la scadenza del 30 novembre, ma non solo: le Commissioni hanno proposto di istituire un meccanismo di rateizzazione su base opzionale, che preveda il versamento del saldo e del primo acconto in 6 rate mensili di uguale importo da luglio a dicembre dello stesso anno, nonché il versamento del secondo acconto in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o in sei rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell’anno seguente.
C’è anche la proposta di introdurre una tassazione agevolata per le partite Iva che superino il limite di 65 mila euro. In questo caso la raccomandazione è di introdurre un regime opzionale per la continuazione del regime forfettario nei due anni successivi al superamento del tetto di 65 mila euro, in caso di aumento del volume d’affari pari almeno al 10% rispetto all’anno precedente.
È prevista anche una profonda revisione dell’imposizione sulle rendite finanziarie, anche se non un calo come precedentemente ipotizzato. I redditi finanziari sono attualmente tassati mediamente al 26% e si potrebbe arrivare a un intervento complessivo di rivisitazione con la creazione di un’unica categoria “redditi finanziari”.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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