Il prezzo del greggio continua a salire dopo il rinvio a data da destinarsi dei colloqui tra i Paesi produttori. Diversi gli appuntamenti macro attesi in giornata
Avvio prudente quest’oggi per le Borse europee dopo il fallimento dei dialoghi all’interno dell’Opec+(guarda qui). Nei primi minuti di contrattazione l’indice Ftse 100 indietreggia dello 0,17%, mentre il Dax di Francoforte e il Cac40 di Parigi lasciano sul parterre rispettivamente lo 0,57% e lo 0,49%.
Anche Piazza Affari si muove cauta. L’indice Ftse Mib cede lo -0,12% a 25.410 punti. Gioiscono i titoli oil con Saipem a +2,36%, seguita da ENI con +0,8% a 10,54 euro e Tenaris con +0,7%. Tra i pochi segni più in avvio spicca anche Enel (+0,13%) e Stellantis (+0,2%). Sul fronte opposto cali nell’ordine di mezzo punto percentuale per Unicredit e Intesa Sanpaolo che ieri si erano mosse al rialzo insieme a tutto il comparto bancario. Peggio fa Mediobanca con -1% circa dopo che ieri il titolo aveva cavalcato il ritorno di rumor circa un possibile avvicinamento con Banca Mediolanum.
Dopo la pausa per i festeggiamenti del 4 luglio i Futures dei listini americani vedono un’apertura contrastata ma vicina alla parità per tutti i principali indici. Più mosse le piazze asiatiche, con Tokyo che guadagna lo 0,26% e Shanghai e Hong Kong in rosso rispettivamente dello 0,77% e 0,61%.
Nonostante l’accordo saltato dell’Opec+ la reazione della commodity è al momento positiva: il Wti guadagna l’1,88% a 76,57 dollari al barile, il Brent si alza dello 0,25% a 77,35. L’oro nel frattempo risale sopra i 1.800 dollari l’oncia e di riflesso si indebolisce il biglietto verde: il cross euro-dollaro vede un incremento dello 0,25% a 1,888. Il bitcoin si apprezza nuovamente, guardando quota 35.000 dollari. In assenza di nuove emissioni da parte del Mef, lo spread Btp-Bund riparte da 101 punti base.
Dal lato macro gli operatori seguiranno da vicino la pubblicazione dell’indice Zew che misura la fiducia delle imprese tedesche, relativo al mese di luglio. In uscita anche le vendite al dettaglio nell’Eurozona che daranno una indicazione sull’andamento dei consumi. Dagli Stati Uniti atteso l’indice Pmi servizi di Markit e l’indice Ism non manifatturiero.
di: Maria Lucia PANUCCI
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