In profondo rosso Hong Kong dopo che i titoli tech cinesi quotati nell’ex colonia britannica sono finiti sotto pressione da parte delle autorità regolamentari
Avvio debole per le Borse europee dopo che ieri, a Wall Street, S&P 500 e Nasdaq hanno aggiornato ancora una volta i massimi storici. Nei primi minuti di contrattazione l’indice londinese Ftse 100 cede lo 0,95%, mentre il Dax di Francoforte e il Cac40 cedono circa un punto percentuale.
Fitte vendite in avvio di giornata a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib cede l’1,18% a quota 24.985 punti. A soffrire maggiormente sono le banche: oltre -2% per Banco BPM e Bper; -1,9% Unicredit e -1,44% Intesa Sanpaolo. In affanno anche Stellantis (-2,4% a 16,19 euro) nel giorno dell’EV Day. Il gruppo automotive ha rimarcato che il ceo Carlos Tavares si soffermerà su 6 punti chiave nell’illustrare la strategia sull’elettrificazione. Male anche Telecom Italia (-1,9% a 0,394 euro) dopo che l’Antitrust ha avviato un’istruttoria riguardo ad alcune clausole dell’accordo con Dazn per i diritti tv (guarda qui).
Anche le borse asiatiche trattano al ribasso: Shanghai perde lo 0,89%, Tokyo lo 0,67%. Ancor più in flessione Hong Kong, che lascia per strada il 2,55% dopo che i titoli tech cinesi quotati nell’ex colonia britannica sono finiti sotto pressione da parte delle autorità regolamentari. I contratti Futures legati ai principali indici azionari statunitensi sono in ribasso lasciando ipotizzare una correzione o, quanto meno, una pausa dai rally.
Giù il petrolio nei due listini di riferimento: il Wti perde lo 0,22% a poco più di 72 dollari al barile, il Brent lascia per strada lo 0,05% a 73,40. Debole anche l’oro, che si prende una pausa dal mini-rally di settimana scendendo di nuovo sotto il valore di 1.800 dollari l’oncia. Giornata di perdite poi per il bitcoin, che scende a poco più di 33.000 dollari, mentre il cross tra euro e dollaro appare piuttosto stabile a 1,18. Lo spread riparte da 104 punti base, mentre il T-Bond Usa continua il rally e sfiora l’abbattimento della soglia dell’1,3%.
Lato macro, l’agenda odierna vede in primo piano il consueto aggiornamento settimanale sulle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione Usa. Sempre per gli Usa in evidenza il dato sul credito al consumo e le scorte settimanali di greggio.
di: Maria Lucia PANUCCI
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