Si tratta della versione elettronica dell’Euro, potrebbe arrivare nei prossimi cinque anni
Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha dato ufficialmente il via alla fase istruttoria del progetto dell’euro digitale. Si tratta della CBDC, la Valuta Digitale della Banca Centrale dell’Eurozona: è ispirata alla criptovaluta ma si tratta più che altro di una versione elettronica dell’euro fisico in contanti, una moneta virtuale che resterebbe parallela alle banconote, con corso legale e garantito dalla BCE.
L’euro digitale potrebbe essere usato per i pagamenti nei 19 Paesi del blocco e accessibile a imprese e cittadini per pagare in modo più veloce, sicuro e innovativo. Dovrebbe arrivare entro i prossimi cinque anni, perché la BCE si è data tempo due anni per finalizzare il progetto, che una volta approvato dovrà essere sistemato dal punto di vista legislativo anche.
L’arrivo dell’euro digitale consentirebbe per la prima volta ai privati cittadini di depositare denaro direttamente presso la BCE, ma è probabile che la BCE fisserà un limite al numero di euro digitali che ciascuno potrà possedere.
Secondo le prime informazioni, l’euro digitale dovrebbe essere emesso e trasferito usando la blockchain e conservato nei portafogli virtuali, wallet. Sarebbe però implementato e controllato centralmente, tramite database gestito da banca centrale, dal Governo o da società terze pre approvate. Per aprire i conti bisognerà rivolgersi alle banche o ad alcune fintech regolamentate. «Il nostro lavoro mira a garantire che nell’era digitale cittadini e imprese continuino ad avere accesso alla forma di moneta più sicura, la moneta della banca centrale», ha spiegato Christine Lagarde. La moneta elettronica sosterrebbe alcuni obiettivi strategici dell’Eurosistema: per esempio la possibilità di fornire servizi di pagamento all’avanguardia che vadano incontro ai nuovi trend e alle nuove esigenze dei consumatori; ma anche la promozione dell’innovazione nel campo dei pagamenti e dell’inclusione finanziaria. Inoltre l’euro digitale potrebbe rappresentare un’opzione per ridurre i costi complessivi e l’impronta ecologica dei sistemi monetari e di pagamento.
I motivi individuati dalla BCE per giustificare l’utilizzo della moneta elettronica sono la digitalizzazione e il beneficio in una logica di indipendenza economica; la sostituzione rispetto al contante che potrebbe essere utilizzato sempre meno; l’alternativa che rappresenta come mezzo di scambio e come riserva di valore nell’Eurozona; inoltre l’emissione dell’euro digitale sosterrebbe la sovranità e la stabilità monetaria e finanziaria europea dalle minacce rappresentate dalla creazione di CBDC. Infine, l’euro elettronico potrebbe aiutare a mitigare le probabilità che un cyber attacco o una pandemia possano ostacolare la fornitura di servizi di pagamento.
Ci sono anche dei rischi: «alcuni sostengono che una valuta digitale basata su token potrebbe non garantire il completo anonimato. Se ciò si dimostrasse, solleverebbe inevitabilmente problemi sociali, politici e legali – ha detto Yves Mersch, governatore della Banca del Lussemburgo, in un suo discorso sull’euro digitale – la disintermediazione sarebbe economicamente inefficiente e giuridicamente insostenibile. Un CBDC al dettaglio creerebbe una concentrazione sproporzionata di potere nella banca centrale. Questi effetti potenzialmente avversi sul sistema finanziario sembrerebbero superiori ai benefici previsti dall’introduzione di un CBDC al dettaglio».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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