L’obiettivo resta la stabilità dei prezzi, ma saranno contrastati anche scostamenti al ribasso
Fari puntati sulla Bce. Giovedì varerà ufficialmente la nuova strategia di politica monetaria che guiderà le azioni della banca centrale nei prossimi anni con l’obiettivo di accompagnare la ripresa post-Covid e di raggiungere un andamento dei prezzi in linea con il proprio mandato.
Le principali novità riguardano il tema dell’inflazione. Il dogma che ha sempre guidato la Bce, dalla sua nascita ad oggi, è stato tenere l’aumento dei prezzi vicino ma sotto al 2%, ovvero contenere eccessivi rialzi dell’inflazione. Dopo la mossa dei mesi scorsi della Fed, che ha deciso che scostamenti al rialzo dell’inflazione saranno tollerati perché ciò che conta è la media di lungo periodo dopo anni di crescita anemica dei prezzi, la Bce ha indicato quella che invece sarà la sua strada. «Ci sarà la stessa attenzione alle divergenze al di sopra e al di sotto del target del 2% – ha spiegato lo scorso week end a margine del G20 finanziario di Venezia il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, membro del Consiglio direttivo della Bce. – Come banca centrale siamo preoccupati dall’alta inflazione, ma c’è anche determinazione di combattere i rischi di deflazione. La revisione strategica, chiusa nelle settimane scorse, implica dunque che scostamenti dal target di inflazione del 2% verranno contrastati con la stessa forza sia che siano al ribasso che al rialzo, fermo restando che Francoforte deve guardare all’inflazione nell’area euro, non nei singoli Paesi». L’obiettivo resta la stabilità dei prezzi, ma saranno contrastati anche scostamenti al ribasso.
Dal meeting del 22 luglio potrebbero dunque arrivare anche le prime indicazioni sugli strumenti che Francoforte metterà in campo dall’anno prossimo, quando, a marzo, scadrà il piano Pepp, programma straordinario d’acquisto di titoli messo in campo per fronteggiare la pandemia da Covid. I nuovi strumenti saranno poi declinati in autunno. «Abbiamo bisogno di essere molto flessibili e di non iniziare a creare anticipazioni che l’uscita sarà nelle prossime settimane o mesi», aveva spiegato la presidente Lagarde in una intervista a Bloomberg Tv.
Le previsioni della Bce vedono l’inflazione all’1,4% ancora nel 2023, dopo la scomparsa dei fattori temporanei che l’hanno spinta negli ultimi mesi (1,9% a giugno, in calo dal 2% di maggio), che faranno sentire il proprio effetto fino a fine anno. Il Pepp dunque, andrà avanti come previsto, almeno fino a marzo 2022 e dalle indicazioni di Lagarde traspare la volontà di continuare a sostenere l’economia dell’Eurozona anche dopo con “una transizione verso un nuovo formato“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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