
7.486 le aziende ispezionati e l’86,57% sono risultate irregolari
Nel 2020 si sono registrate meno denunce di infortuni sul luogo di lavoro ma in generale ci sono stati più casi mortali. A dirlo è l’Inail nella sua relazione annuale, sottolineando che, nello specifico, sono state registrate poco più di 571 mila denunce di infortuni accaduti (-11,4% rispetto al 2019), un quarto delle quali relative a contagi da Covid-19 di origine professionale. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.238 (-9,7% rispetto al 2019), di cui 48.660, pari al 12,97%, avvenuti fuori dell’azienda, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.
I casi mortali denunciati all’Inail sono stati invece 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019, soprattutto per Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate all’Istituto. Gli infortuni mortali, per cui è stata accertata la causa lavorativa, sono 799, +13,3% rispetto ai 705 del 2019, di cui 261, circa un terzo del totale, occorsi fuori dell’azienda. «La pandemia ha fortemente condizionato l’andamento del fenomeno infortunistico nel 2020 – ha spiegato il presidente Franco Bettoni commentando questi dati. – Da un lato, infatti, ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi ‘tradizionali’ e ‘in itinere’, a causa del lockdown e del rallentamento delle attività produttive, dall’altro ha generato la specifica categoria di infortuni per il contagio da Covid-19».
7.486 sono le aziende ispezionati e l’86,57% sono risultate irregolari. I lavoratori regolarizzati sono stati 41.477, il 16,76% in meno rispetto al 2019, di cui 39.354 irregolari e 2.123 in nero. Sono state accertate retribuzioni imponibili evase per circa un miliardo e mezzo di euro e richiesti premi per oltre 38 milioni di euro.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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