
240 mila vittime e 2.300 miliardi di dollari agli Usa
Il conflitto in Afghanistan è cominciato all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle nel 2001: un ventennio di guerra, la più lunga in assoluto combattuta dagli Stati Uniti, eppure dopo 20 anni sono bastati tre mesi ai talebani per riprendersi il Paese.
Il costo del conflitto è stato altissimo, sia in termini di vite umane che in termini economici: 240 mila vittime tra soldati della coalizione, esercito afghano, talebani, giornalisti, personale umanitario e, soprattutto, popolazione civile.
Il costo economico si aggira intorno a 2,26 trilioni di dollari, incluse le operazioni condotte nel vicino Pakistan. E si tratta di una cifra non completa, perché non include i fondi che il Governo americano è obbligato a spendere per l’assistenza a vita dei veterani, o i futuri pagamenti di interessi sul denaro preso in prestito.
Gli Stati alleati hanno avuto costi altrettanto alti anche se inferiori. Il Regno Unito ha speso 30 miliardi di dollari; la Germania 19 miliardi. L’Italia, secondo l’Osservatorio Milex, 8,7 miliardi di euro: di questi, 840 milioni in contributi diretti all’esercito afghano. Il costo in vite umane è stato di 53 con 700 feriti, su un totale di 50 mila soldati.
Eppure, nonostante tutti questi fondi, l’esercito afghano ha perso la guerra in tre mesi. Come è stato possibile? Il New York Times ha sottolineato che è difficile capire dove siano finiti i soldi: la corruzione era diffusa in ogni rango dell’esercito e le forze armate afghane contavano 350 mila soldati solo sulla carta. Molti ufficiali gonfiavano i numeri dei battaglioni per intascare i soldi e rivendere l’attrezzatura militare.
C’è anche da dire che gli Usa hanno speso 55 miliardi di dollari in progetti per la ricostruzione, di cui 36 per progetti di sviluppo e Governo, mentre altri per campagne anti-droga e di aiuto umanitario. Non tutti i soldi quindi sono finiti effettivamente nelle spese militari.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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