
L’aumento riguarda solo la componente maschile. Tra gennaio e luglio i morti sono 677 morti, in flessione del 5,4%
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e luglio sono state 312.762, l’8,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, 677 delle quali con esito mortale (-5,4%). Aumentano le patologie di origine professionale denunciate che sono state 33.865 (+34,4%). Questo è quanto ha pubblicato lo stesso Istituto che ha rimarcato che i dati mensili sono provvisori e fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus.
Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della Sanità e assistenza sociale, che nei primi 7 mesi di quest’anno presenta una riduzione del 34,4% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2020.
Dal punto di vista territoriale si assiste ad una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-4,5%), al contrario delle Isole (+16,5%), del Centro (+15,2%), del Sud (+15,0%) e del Nord-Est (+14,0%). Tra le Regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi più consistenti riguardano il Molise, la Basilicata e la Campania.
L’aumento riguarda solo la componente maschile, lavoratori sia italiani (+7,5%) sia extracomunitari (+14,8%) e comunitari (+2,2%). L’analisi per classi d’età mostra un calo solo tra i 15-19enni (-3,7%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+9,7%) e tra gli over 50 (+3,3%).
di: Maria Lucia PANUCCI
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