I lavoratori Alitalia protestano e bloccano la Roma-Fiumicino. L’Antitrust Ue chiederà all’Italia di recuperare dalla vecchia Alitalia i 900 milioni di euro di prestito ponte
Continua ad essere alta la tensione tra Ita e i sindacati. Nessun accordo infatti è stato trovato sul personale da assumere nella new-Co che sta nascendo dalle ceneri di Alitalia e che decollerà il prossimo 15 ottobre. La notizia è arrivata dall’azienda che ha riconosciuto in una nota l’impossibilità di giungere ad un’intesa con le parti sociali. Alla riunione nella sede dell’Eur a Roma, oltre ai rappresentanti dell’azienda sono intervenute le associazioni professionali Anpac, Anpav, Anp e Fast – Confsal che si sono dichiarate disponibili alla firma dell’accordo di chiusura della procedura sottoposto dalla società lo scorso 6 settembre all’esito del confronto iniziato il 25 agosto. Mancavano i sindacati per le assemblee dei lavoratori di Alitalia all’aeroporto di Fiumicino. «Nel corso della mattinata – si legge in una nota di Ita – Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporto Aereo, assenti all’incontro, avevano fatto pervenire all’azienda una controproposta che escludeva le associazioni professionali dalla firma della stessa. L’azienda, rilevata la indisponibilità alla firma unitaria dei testi presentati il 6 settembre, requisito imprescindibile per accompagnare la nascita di un progetto così ambizioso e di respiro internazionale, ha preso atto della impossibilità di addivenire a un accordo».
ITA ha così semplicemente confermato la volontà di procedere all’assunzione delle 2800 persone attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale. «Nell’impossibilità di soluzioni condivise, la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l’esame dei 30.000 profili ricevuti che hanno dimostrato di credere nel progetto di ITA in vista dell’assunzione nella nuova Compagnia», ha spiegato la compagnia aerea.
Dall’aeroporto un corteo di dipendenti Alitalia, dopo le assemblee, si è spostato sotto la sede di Ita nel quartiere Eur per protestare contro il piano della compagnia, procedendo a passo d’uomo sulla Fiumicino-Roma e bloccando tutto il tratto. Nel frattempo sotto la sede della newco si erano già radunati un centinaio di lavoratori, con slogan e bandiere. E’ stato acceso anche un fumogeno. La polizia presidiava in assetto anti-sommossa con scudi e manganelli.
I sindacati sono sul piede di guerra e accusano il Governo di essere assente. «Il governo è completamente assente e anche da incoscienti lasciare tutte queste persone col rischio di perdere il posto di lavoro e la tensione si sta alzando, non so se se ne rendono conto – ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, nell’apprendere la decisione di Ita di chiudere il confronto. – Noi chiediamo immediatamente una convocazione al governo. Non si può più ritardare, stiamo andando verso un punto di non ritorno. La mobilitazione continuerà nelle prossime ore».
Intanto è in arrivo una stangata dall’Ue. Il governo italiano ha violato le regole di Bruxelles sugli aiuti di Stato concedendo 900 milioni di euro in prestiti per il salvataggio di Alitalia nel 2017: lo rivela il Financial Times spiegando che il prestito di salvataggio avrebbe distorto illegalmente la concorrenza nel blocco, dando ad Alitalia un vantaggio rispetto ai competitor,
Il diritto dell’Ue vieta infatti a uno Stato membro di concedere a un’azienda un sostegno finanziario che le dia un vantaggio rispetto ai suoi rivali.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ TELENEWS
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