Da non confondere con la fase iniziale di un nuovo progetto imprenditoriale
Negli ultimi anni nella realtà imprenditoriale italiana si sente sempre più spesso parlare di start up. È un termine entrato nel gergo, e nell’immaginario, comune, anche se spesso viene usato impropriamente.
Che cos’è una start up e in cosa si differenzia da un’impresa?
Per rispondere a questa domanda occorre fare un passo indietro partendo dalla definizione di impresa come attività economica organizzata professionalmente al fine della produzione o dello scambio di beni o servizio.
Ogni impresa ha una propria fase di “start up”, ovvero un periodo nella prima fase di vita dell’azienda in cui si definiscono i processi organizzativi e gli investimenti economici. Ma c’è una grossa differenza dalle start up come realtà a sé stanti.
Una start up innovativa infatti è una società di capitali costituita anche in forma cooperativa, ad alto contenuto tecnologico, che nasce per risolvere un problema che non ha ancora soluzioni sul mercato e vanta forti potenzialità di crescita.
La differenza principale tra le due è che la start up si fonda su un progetto innovativo e scalabile, ovvero replicabile in dimensioni sempre più grandi, con profitti crescenti, per trasformarsi in una grande impresa.
Un’impresa al contrario non ha tendenzialmente un’attività imprenditoriale scalabile: per esempio l’apertura di un ristorante non coincide con la creazione di una start up ma di un’impresa tradizionale.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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