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Piazza Affari svetta in Europa
Partenza cauta per Wall Street con gli investitori divisi tra l’ottimismo per la riapertura delle economie globali ed i timori di una nuova ondata dei contagi. Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones mostra un guadagno frazionale dello 0,42%, mentre, al contrario, incolore lo S&P-500 che continua la seduta a 2.935,21 punti, sui livelli della vigilia. Consolida i livelli della vigilia il Nasdaq che vede un -0,05%, come l’S&P 100 (0,2%).
Svetta in Europa Piazza Affari, così come gli altri mercati del Vecchio continente che dopo le incertezze dell’avvio hanno imboccato la via dei rialzi e qui rimangono. A Milano A2A, che era partita in sordina, ha accelerato il passo dopo la pubblicazione dei conti e la conferma che i target 2020 saranno raggiunti nonostante l’impatto della pandemia. In accelerata anche Telecom, in buono spolvero con tutto il comparto delle Tlc in Europa dopo i conti di Vodafone e Iliad. Ben intonate anche Stmicroelectronics e Finecobank che torna sui livelli di febbraio all’indomani della trimestrale positiva e sopra le stime. Nei primi tre mesi dell’anno l’utile netto rettificato si è attestato in forte crescita (+45,4% sull’anno scorso) grazie al modello di business diversificato, mentre i ricavi totali sono cresciuti del 27,2%. Corre anche Prysmian dopo essersi aggiudicata una nuova commessa da oltre 500 milioni di euro assegnata dalla tedesca Amprion. Debole invece Ferrari dopo l’ufficializzazione dell’addio di Sebastian Vettel alla scuderia di Maranello alla fine della stagione di Formula 1.
Rendimenti in calo e domanda sostenuta nell’asta in cui il Tesoro ha collocato complessivamente 10,5 miliardi di BoT annuali e flessibili. Nel dettaglio, il Mef ha assegnato 7 miliardi del BoT annuale con scadenza 14/05/2021 a fronte di una richiesta pari a 11,936 miliardi con un rendimento in calo di 29 punti base rispetto al balzo delle scorso mese, allo 0,248%. In questo contesto lo spread BTp/Bund è sceso e si attesta sui 236 punti base.
I prezzi del petrolio sono in rialzo dopo la decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione più di quanto annunciato, ovvero di un milione di barili in più al giorno a giugno. Il mese scorso i principali produttori di petrolio si sono accordati per ridurre la produzione di 10 milioni di barili al giorno a partire dal primo maggio dopo il crollo dei prezzi in territorio negativo a causa del lockdown mondiale per il Covid-19. Anche il Kuwait ha detto che ridurrà la produzione di 80 mila barili supplementari mentre gli Emirati Arabi di 100 mila barili, a sostegno della
decisione saudita.
di: Maria Lucia PANUCCI
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