
“Ci sarà un picco dell’inflazione a novembre ma nel 2022 rallenterà”
«Stiamo assistendo a un evidente rimbalzo e ci aspettiamo un terzo trimestre forte come il secondo, quindi abbiamo buone notizie ma una volta che avremo superato la pandemia l’Eurozona dovrà affrontare la sua ’eredità con il debito aumentato in media di 20 punti del Pil». A dirlo è il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, in un incontro online organizzato dal Financial Times, sottolineando come “il principale problema sarà la questione della diversità dei profili fiscali, tanto più che alcuni Paesi sono entrati nella crisi con posizioni di bilancio più deboli”.
Nel post- Covid alcuni Paesi dovranno fare sforzi per la sostenibilità della loro finanza pubblica, mentre per quanto concerne le misure di sostegno “il loro ritiro dovrà essere graduale”.
Il vicepresidente ha annunciato che si assisterà ad un picco dell’inflazione a novembre ma che nel 2022 rallenterà. «La nostra previsione – ha dichiarato – è che l’inflazione continuerà a salire, forse toccherà un picco attorno a novembre del 3,4-3,5%, ma i dati del 2021 sono distorti da fattori temporanei, che nel 2022 si invertiranno e l’inflazione inizierà a rallentare». Secondo la Banca Centrale Europea il caro vita dell’area euro si porterà attorno all’1,7% nel 2022 e continuerà a frenare invece nel 2023 all’1,5%.
Due i fattori da tenere sotto controllo: il rischio che le strozzature sugli approvvigionamenti globali creino pressioni peggiori del previsto e il rischio che si creino spinte dalla crescita dei salari.
Quanto ai maxi rifinanziamenti ultra agevolati alle banche della BCE, il vicepresidente ha sottolineato che i Tltro “sono stati piuttosto positivi per mantenere il flusso credito durante la pandemia, ma si tratta di una misura eccezionale e quando la pandemia sarà finita bisognerà aggiustare gli strumenti, parallelamente all’evoluzione dell’economia“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/Javier Lizon
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