
I motivi sono le interruzioni della produzione in Vietnam, la mancanza di forza lavoro, il transito più lungo delle merci
Nike paga i problemi nella catena di offerta che stanno colpendo tutto il mondo, scatenando un rialzo dei prezzi ovunque e il timore di una fiammata dell’inflazione più persistente di quanto si preveda e si speri.
In particolare il colosso degli articoli sportivi ha parlato di una congestione nella sua catena di approvvigionamento, che sta impattando sul suo bilancio in modo più forte di quanto precedentemente atteso. Il gigante è stato costretto di conseguenza a tagliare l’outlook sulle vendite dell’anno fiscale 2022, che ora sono previste crescere attorno al +5-6%, rispetto al 10-11% precedentemente atteso. Tutto questo per colpa soprattutto delle interruzioni della produzione in Vietnam, la mancanza di forza lavoro, il transito più lungo delle merci.
Riguardo ai risultati del primo trimestre fiscale Nike ha reso noto di aver riportato un utile per azione di $1,16, meglio degli $1,11 attesi, e un fatturato di $12,25 miliardi, peggio dei $12,46 miliardi previsti, a causa del rallentamento della domanda nel mercato del Nord America.
Il titolo crolla in Borsa e scivola del 6,50% a Wall Street.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/WU HONG
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