
Contro il dumping sociale serve il Ccnl, non il salario minimo. Sì al ritorno dell’Iri
Continua in Italia la crisi per le imprese ricettive e legate al food che ancora adesso, nonostante le riaperture, faticano a tornare alla normalità. «La spesa per alberghi, bar e ristoranti, alla fine del 2021, sarà ancora inferiore di circa 34 miliardi di euro rispetto al 2019». Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea della confederazione, aggiungendo che “nei primi 6 mesi di quest’anno, le presenze complessive sono ancora inferiori di 115 milioni sempre rispetto al 2019 e, di queste, 77 milioni sono assenze di turisti stranieri“.
Per quanto riguarda la ripresa economica in generale, questa è più intensa delle attese, ma la spinta data dal rimbalzo post-pandemico, da sola, non è ancora sufficiente a garantire prospettive di crescita robusta, diffusa e duratura. Pesano ancora le debolezze strutturali della nostra economia, in particolare gli eccessi di fisco e burocrazia e i deficit nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella giustizia. In questo scenario le previsioni macroeconomiche per il 2021 e 2022 sono di un Pil a +5,9% e +4,3%, consumi +4,9% e +3,5%, occupati +1,3 milioni e +965 mila.
Nel complesso il biennio 2021-22 dovrebbe portare al pieno recupero della perdita di Pil subita nel corso della pandemia, anche se questo non consentirà di tornare sui livelli massimi del 2007. Obiettivo ancora lontano e per il cui raggiungimento sarà di fondamentale importanza utilizzare al meglio le risorse di Next Generation Eu e le azioni previste dal Pnrr.
Sangalli ha anche affrontato il tema spinoso del dumping sociale, ovvero il ribasso dei prezzi mediante l’utilizzo di manodopera a costi inferiori e senza tutele sociali. «La soluzione per combattere il dumping sociale non è il salario minimo per legge ma è il contratto collettivo nazionale – ha spiegato. – Quello stipulato da parti realmente rappresentative che garantisce retribuzioni adeguate e un moderno sistema di welfare sanitario e previdenziale. I contratti restano un formidabile strumento di tutela e di promozione, non solo del lavoro, ma in generale delle persone e delle loro competenze».
Circa la riforma fiscale, Sangalli suggerisce un Codice Tributario Unico e la reintroduzione dell’Iri, ovvero l’imposta sul reddito imprenditoriale.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI
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