
Il nuovo fenomeno del campionato italiano parla inglese: riusciranno gli imprenditori USA a convertirsi dal football al calcio?
Non sarà ovale, non avrà cuciture a vista e la sua destinazione non sarà il canestro, ma sempre di palla si tratta: sale sensibilmente il numero degli uomini d’affari statunitensi innamoratisi di quello che loro chiamano soccer, disciplina sportiva che nel Nuovo Mondo continua a stentare in termini di popolarità e di occasione economica.
Saranno (o perlomeno ambiscono a essere) gli eredi degli storici patron di casa nostra, arrivati oggi al pensionamento, che hanno fatto la fortuna dei piccoli e grandi club della massima divisione. Oggi, si cerca una via di rinnovamento: il Genoa per esempio è stato ceduto – fra i sospiri di sollievo di molti tifosi – dal presidente Enrico Preziosi al fondo a stelle e strisce 777 Partners, che ne diventerà proprietario al 99,9% e metterà a sua disposizione il suo succulento capitale pari a tre miliardi di dollari, lasciando al vecchio inquilino dello stadio Luigi Ferraris un ruolo nel CdA.
È solo l’ultimo assalto yankee al territorio fertile del calcio nostrano, per cui si prepara una “colonizzazione” pari a quella che negli anni scorsi ha coinvolto la Premier League britannica. Il rinnovamento, con il bonus della vetustà delle strutture e degli stadi, può rappresentare una discreta possibilità per investimenti a buon mercato: oltre il 25% delle squadre di Serie A fa riferimento oggi a società americane e si tratta tanto di nomi relativamente piccoli come Venezia, Bologna e Spezia, quanto di colossi da Champions League come Milan, Fiorentina e Roma.
Proprio dal club capitolino è partita, ormai quasi 10 anni fa, la grande avventura statunitense nel gioco del pallone. Un’impresa che si è risolta in un pugno di mosche, con l’italo-americano James Pallotta a chiudere 8 stagioni senza neanche il più piccolo trofeo in bacheca e a lasciare l’Italia con la coda fra le gambe e la società al connazionale Dan Friedkin lo scorso anno.
Si confida che andrà meglio agli altri imprenditori d’oltreoceano in cerca di gloria, dal Paul Singer di Elliott che ha acquisito il Milan nel 2018, al tycoon televisivo Rocco Commisso oggi alla guida della Fiorentina, dal dirigente sportivo Robert Piatek, che nel neo-promosso Spezia spera di aver trovato una piccola miniera d’oro, al businessman Kyle Krause, che spera di risollevare il Parma appena sprofondato in B con una forte campagna di investimenti.
di: Andrea BOSCO
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