
Si moltiplicano i casi di malessere psicologico: i nostri giovani lavoratori provati dalla pandemia accusano il colpo e si mostrano oggi ancora più fragili
Se vuoi sentirti bene nella vita di tutti i giorni, devi sentirti bene anche nel lavoro: è un cliché, ma è anche la tendenza largamente maggioritaria, pari all’85% degli intervistati, individuata dall’ultima ricerca commissionata dalla società italiana per la consulenza psicologica online in ambito aziendale Mindwork.
È sicuramente un numero confortante, che dimostra l’importanza che neofiti e veterani attribuiscono alla propria professione, ma è anche l’anticamera di rivelazioni più problematiche: il cambiamento che ha investito le condizioni lavorative per come eravamo abituati a conoscerle si è tradotto nell’aumento esponenziale dei casi di stress, di sensazioni di sfinimento, di cali dell’efficienza e di sintomi analoghi, in una percentuale impressionante corrispondente a quattro persone su cinque.
La cosa finisce per avere ripercussioni anche sul piano della salute, con il 50% degli interpellati che ha riscontrato l’insorgere di autentici stati di ansia e di periodi di insonnia, per non parlare di quel 33% che a seguito di questi e di altri sintomi similari è dovuto ricorrere a soste prolungate dal lavoro; ancora peggiore la condizione degli under 35, la metà dei quali ha ritenuto necessario estendere indefinitamente questi periodi di pausa, abbandonando il proprio impiego.
Esiste un grosso scarto, poi, fra l’attenzione che, secondo gli intervistati, l’azienda dovrebbe riservare al mantenimento del loro benessere psicologico – opinione condivisa dal 92% del campione – e le effettive iniziative già promosse dai propri datori di lavoro, ritenute insufficienti da oltre due persone su cinque. Un dato che assume ancora più ombre se si considera che nel 2020, anno zero dell’Era Covid, questo si fermava al 27%.
La situazione peggiorerà con l’allentarsi della pandemia? È possibile, visto che il 40% dei lavoratori ammette che non riuscirebbe ad affrontare serenamente il ritorno alle condizioni di lavoro abituali, dopo un anno e mezzo di incertezza ma anche di relativo adattamento al tempo ridotto e alle altre misure di contenimento; il 20% alzerebbe direttamente bandiera bianca e passerebbe drasticamente a un altro impiego, uno sicuramente più tarato sulla loro attuale gestione del tempo, sui loro vissuti di stress e sulla gestione familiare.
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA
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