
Scendono le aperture e salgono le chiusure, mentre fa il botto l’eCommerce
La realtà aziendale italiana è cambiata molto nell’anno della pandemia.
Secondo i dati aggiornati pubblicati dall’Istat, a fronte di una netta diminuzione delle aperture c’è stata una forte componente di chiusure, mentre su tutto il settore ha spadroneggiato l’eCommerce.
Il quadro, seppur desolante, non può essere attribuito unicamente alla pandemia: la situazione era critica già precedentemente, basti pensare che negli ultimi 10 anni c’è stata una crescita tra i quattro e i 6 punti percentuali a fronte di un aumento di oltre il 40% in altri Paesi europei.
Vediamo qualche dato nel dettaglio.
A causa della crisi pandemica si è verificato un calo di fatturato generalizzato che ha colpito in particolar
A causa della crisi pandemica si è verificato un calo di fatturato generalizzato che ha colpito in particolar modo il settore di commercio, trasporti, alberghi e ristorazione attestandosi a -16%. Seguono le maestranze artistiche a -14,6%, le attività professionali, scientifiche e tecniche a -10,4% e l’industria, che ha subito un tracollo dell’11,1%. È sceso anche il fatturato dei servizi a -8,1% e il settore delle costruzioni, a -6,3%. Per l’agricoltura il calo è stato del 6%.
A livello geografico, gli effetti della pandemia sono stati forti soprattutto nel Sud Italia: di 11 Regioni che risultano in crisi per fatturato, lavoro e rischi operativi, 7 si trovano nel Mezzogiorno, tre al Centro e solo una al Nord.
Confcommercio ha stimato che a causa del calo dei consumi che si è attestato al 10,8% e alla perdita di fatturato rispetto al 2019 che è stato di 120 miliardi, 200 mila imprenditori potrebbero chiudere la loro partita iva e nel complesso mezzo milione di lavoratori potrebbe tirar giù la saracinesca dell’attività.
A contraltare delle chiusure è mancata l’apertura di nuove partite Iva: nel corso del 2020 sono state aperte 464.700 partite Iva, il 14,8% in meno rispetto all’anno scorso. Il 72,2% è stato aperto da persone fisiche; il 21% da società di capitali; il 3,4% da società di persone.
L’unica cifra in aumento è quella dell’apertura delle partite Iva avviate da soggetti non residenti in Italia e riconducibile alla crescita del settore delle vendite online, l’eCommerce.
Al di là di questo settore in forte crescita, un trend che si registrava già nel 2019, la suddivisione delle p.Iva evidenzia una maggioranza di aperture per le attività professionali, pari al 16,3%, e l’agricoltura, pari al 10,8%. Al contrario crollano quelle per attività sportive e di intrattenimento, del 33,5%, per alloggio e ristorazione del 34,1% e per il manifatturiero del 24%.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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