Non sfonda il settore della mobilità elettrica: per limitare le scorte invendute, si costruiranno modelli green solo su specifica richiesta
Sembrano già sconfessati i pronostici espressi da Stellantis sul predominio delle macchine elettriche sul mercato europeo (leggi qui).
Eppure la strada imboccata dalla società Stellantis, costituita all’inizio di quest’anno dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles con il Groupe PSA, sembra ormai essere quella, visti gli interventi operati in tal senso su marchi oggi in loro possesso come la francese DS Automobiles e le nostrane Lancia e Alfa Romeo.
Proprio da quest’ultima si partirà con la produzione della variante ibrida della concept car Tonale ma il piano è di passare totalmente all’elettrico.
Come rispondere, tuttavia, al clamoroso disinteresse dei potenziali clienti di fronte a questa nuova tecnologia? Limitando la fabbricazione, naturalmente, fornendo un nuovo veicolo di questa categoria solo a chi avrà comunicato formalmente il suo impegno ad acquistarne uno. Pochi ma buoni, insomma.
È l’iniziativa dell’amministratore delegato di Alfa Romeo Jean-Philippe Imparato, che intende portare il numero di automobili realizzate su ordinazione dal 38% di inizio anno all’80% del parco complessivo entro il 2023.
E come garantire, invece, un’attività continuativa alla forza lavoro impiegata nelle fabbriche? La soluzione è fare un po’ di “melina”, dilatando i tempi dando precedenza ai prodotti previsti per l’export – Giappone in primis, corteggiato da Alfa Romeo – e considerando solo dopo il mercato locale.
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA/STEFANO SECONDINO
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