
I ritardi nella coltivazione e la primavera più fredda della media hanno compromesso il raccolto di questa stagione ma non hanno inciso sulla qualità del prodotto
Il rivoluzionario vietnamita Ho Chi Minh scriveva in una sua poesia che “Stretto dentro la macina | soffre il seme di riso | ma passata la prova | guardate com’è bianco!“.
Visto che il Paese del Sud-Est asiatico, nonostante le sue dimensioni esigue, resta fra i maggiori coltivatori del cereale di tutto il pianeta, c’è da fare tesoro di queste parole per far fronte alle difficili circostanze a cui sta andando incontro il mercato italiano dei chicchi.
Il settore registrerà quest’anno una riduzione del 10% nell’ambito della produzione nazionale, stangata che andrà a sommarsi al rincaro sul prezzo dei pinoli che abbiamo trattato in precedenza (leggi qui).
È il dato rilevato da Coldiretti, tenendo conto dei quasi 230 mila ettari di superficie coltivata a riso, situata per il 90% nel triangolo paludoso compreso fra Vercelli, Novara e Pavia.
Proprio dalla provincia lombarda arrivano le preoccupazioni più grandi, con il Presidente della sede locale di Coldiretti Stefano Greppi a sostenere che «oggi i magazzini sono vuoti e le scorte di prodotto sono esaurite, a differenza delle scorse campagne», ma anche che la situazione, comunque ardua, «ci fa sperare di riuscire a ottenere prezzi adeguati ai costi di produzione».
È il risultato della micidiale situazione metereologica verificatasi, con tanto di grandinate, la scorsa estate, che ha portato a ritardi di diverse settimane sulla partenza della stagione risicola. Ma hanno pesato anche le infestazioni parassitarie causate da funghi patogeni.
Come se non bastasse, i tempi di raccolta rischiano di subire ulteriori rinvii a causa di un autunno che stenta ancora ad arrivare con il suo clima più temperato.
In compenso, laddove la quantità fatica a raggiungere le soglie di normalità, non sembrano esserci ripercussioni sul piano qualitativo: «non ci sono ancora grosse quantità di riso commercializzate, non sono ancora state trebbiate e non è possibile fare previsioni precise. – Scrive la Confederazione Italiana Agricoltori di Alessandria – i pochi agricoltori che hanno trebbiato sono però soddisfatti, pare che il prodotto sia buono».
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA
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